APPELLO PER LA LETTURA E LE BIBLIOTECHE SCOLASTICHE
Il Forum del libro (https://forumdellibro.org) promuove un appello per la promozione della lettura e delle biblioteche scolastiche nel piano scuola della ripartenza.
Per aderire all'appello: https://tinyurl.com/2vkmhc7k
Aderiscono sll'appello:
Ibby Italia
AIB - Associazione Italiana Biblioteche
ALI - Associazione librai italiani
ALIR - Associazione librerie indipendenti ragazzi
Presìdi del libro
MCE - Movimento di cooperazione educativa
Amnesty International Italia
Save the Children Italia
CLEIO - Circuito librerie indipendenti e organizzate
CRBS - Coordinamento reti biblioteche scolastiche
GRIPS - Gruppo ricerca biblioteche scolastiche
CESP - Centro studi scuola pubblica
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Il Ddl Zan contro l'omotransfobia è uno strumento a tutela delle vittime di violenza, discriminazione e insulti odiosi che offendono e talvolta uccidono
Video Bibbia e omosessualità, qui
Nev-05 maggio 2021 «E’ il tempo di una decisione parlamentare laicamente assunta. E’ questa la logica democratica e costituzionale, anche di fronte ai temi sensibili: si discute, ci si confronta nello spazio pubblico e poi il corpo politico che rappresenta i cittadini vota in coscienza, ma nella salvaguardia del principio di autonomia del Parlamento nei riguardi delle confessioni religiose, di chi crede, di chi non crede o di chi crede in termini non convenzionali. E’ l’ABC della democrazia e della laicità». Così Paolo Naso, coordinatore della Commissione Studi Dialogo e Integrazione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, nella rubrica “Essere chiesa insieme”, all’interno della trasmissione radiofonica “Culto evangelico”, su Radio Rai Uno.
Rispetto a quanto dichiarato dalla chiesa cattolica – «una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna», ha scritto la Presidenza della Cei in una nota alcuni giorni fa -, Naso ha specificato: «Proprio per tutelare la libertà di affermare e predicare ciò che si ritiene più giusto e coerente con i propri principi confessionali, l’articolo 3 del disegno di legge ribadisce la norma costituzionale secondo la quale “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Il pensiero e l’insegnamento di sacerdoti e vescovi, insomma, non è limitato in alcun modo. Ciò che la legge vieta e sanziona è la discriminazione, la violenza e la campagna d’odio contro gli omo e transessuali.
Alcune forze politiche si associano alla posizione della presidenza dei vescovi italiani affermando che in tempo di pandemia le priorità sono altre. Il tema non è urgente. I diritti possono aspettare. Come spesso accade i media hanno dato ampio risalto alla posizione cattolica che viene recepita come la posizione di tutti i credenti o, quanto meno di tutti i cristiani. Non è così. Dopo una attenta riflessione teologica varie chiese protestanti sia italiane che estere hanno avviato una pratica che, oltre che accogliere omosessuali e transessuali, consente di invocare la benedizione su unioni di credenti dello stesso sesso».
«La Chiesa non è un tribunale della sessualità – ha continuato l’esponente valdese -, ma una comunità che si raccoglie attorno all’amore di Dio e che vive nell’amore per gli altri. Ciò che decide della partecipazione alla Chiesa non è la sessualità, ma il dono della fede. E questo che si predica in molte chiese evangeliche – certamente non in tutte – ed è in questo spirito che molti settori dell’evangelismo italiano guardano al disegno di legge sul contrasto all’omotransfobia. Quella proposta dall’onorevole Zan non è una legge ideologica sull’omosessualità, ma uno strumento a tutela delle vittime di violenze, discriminazioni e insulti odiosi che offendono e talvolta uccidono. E per questo la legge è urgente, perché i diritti e le tutele sono sempre urgenti. Anche quelli di chi, a causa della propria sessualità, è emarginato dalla propria famiglia, deriso dai suoi compagni, minacciato da gruppi di odiatori, offeso sui social media».
Intanto, dopo le polemiche suscitate dall’intervento di Fedez dal palco del concerto del primo maggio, il ddl è stato inserito per giovedì 6 maggio all’ordine del giorno della commissione Giustizia al Senato.
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25 aprile 2021 - Le iniziative del Comune di Pinerolo
Anche nel 2021 il Comune di Pinerolo si trova a celebrare la Festa della Liberazione con una serie di appuntamenti online per riflettere sul contributo di questa ricorrenza, entrando nelle case di tutti i cittadini con una Fiaccolata virtuale, discorsi, video, incontri di riflessione. Il tutto per ribadire che i valori che il 25 aprile porta con sé sono un punto di partenza fondamentale per tornare a ricostruire, in epoca di pandemia, un tessuto sociale fondato su libertà, giustizia e coesione.
Maggiori informazioni: http://www.comune.pinerolo.to.it/web/index.php/news/comunicatistampa/3469-25-aprile-2021-festa-della-liberazione
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Perché e per chi studiare teologia?
Un incontro online venerdì 9 aprile, in occasione della domenica della Facoltà valdese di Teologia
di Redazione riforma.it - 08 aprile 2021
Domenica 11 aprile sarà, nel calendario di “collette speciali” predisposto annualmente dalla Tavola valdese per le chiese metodiste e valdesi, la giornata dedicata alla Facoltà valdese di Teologia. La domenica in cui, tradizionalmente, gli studenti e i professori si recano a predicare nelle varie chiese locali, per fare conoscere la realtà della scuola teologica universitaria fondata a Torre Pellice nel 1855 e presente a Roma dal 1921, che forma non soltanto i futuri pastori ma, grazie a un corso di studi frequentabile anche a distanza (Laurea in Scienze bibliche e teologiche; le informazioni sui vari corsi di studio si trovano qui), un numero crescente di appassionati di teologia “laici”.
Purtroppo, anche quest’anno gli incontri in presenza sono molto limitati a causa della pandemia, molti culti sono ridotti o trasferiti online: si è quindi optato per una modalità che in questi tredici mesi abbiamo imparato a conoscere e apprezzare per la possibilità di riunire molte più persone intorno a un “tavolo” virtuale, senza problemi di mascherine e distanziamenti: l’incontro su piattaforma online.
Domani venerdì 9 aprile, quindi, in diretta alle 18 su Zoom e sulla pagina Facebook della rivista “Confronti”, è previsto un momento di discussione all’interno della rubrica di approfondimento «Teologia e società», a cura di Fulvio Ferrario, decano della Facoltà valdese di Teologia, e Cristina Simonelli, presidente del Coordinamento teologhe italiane. Tema dell’incontro sarà «Studiare teologia. Perché? Per chi? La Facoltà valdese si presenta».
Sono previsti gli interventi di Floriana Bleynat, membro del Consiglio di Facoltà, e di alcuni studenti e studentesse: Marco Agricola (Fvt), Magdalena Bredendiek (Centro Melantone: il centro protestante di studi ecumenici creato nel 2002 dalla Fvt e della Chiesa evangelica luterana in Italia organizza corsi annuali ed estivi per far conoscere a studenti, docenti e pastori internazionali la storia della Roma cristiana nei suoi vari aspetti) e Shangli Xu (Fvt; qui l’intervista di Paolo Ricca in cui lei racconta la sua esperienza di vita e di fede).
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Torino, patto antirazzista: c'è anche la Diaconia valdese
Redazione Riforma.it 19 marzo 2021
La Diaconia Valdese è tra gli Enti firmatari del Patto di collaborazione sull'antirazzismo presentato stamane dalla Città di Torino
La Diaconia Valdese è tra gli Enti firmatari del Patto di Collaborazione sull'Antirazzismo presentato il 19 marzo 2021 dalla Città di Torino.
Con deliberazione della Giunta Comunale 2020 00859/130 in data 17 marzo 2020 la Città di Torino aveva approvato il Piano d’azione per la prevenzione e il contrasto dei crimini d’odio nella Città di Torino e aveva inteso «riconoscere il patrimonio di conoscenze, azioni, buone pratiche antirazziste accumulatosi nel tempo nella nostra Città come bene comune immateriale, funzionale all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, al benessere individuale e collettivo e all’interesse delle generazioni future, strettamente connesso a identità, cultura, tradizioni del territorio torinese e direttamente funzionale allo svolgimento in esso della vita sociale».
Col medesimo atto l'Amministrazione chiamava a una consultazione pubblica tutti i soggetti che si riconoscessero nei valori espressi dal Piano e che volessero contribuire a una co-progettazione finalizzata alla sottoscrizione di un Patto di Collaborazione sull’Antirazzismo.
Alla chiamata hanno aderito 60 soggetti. Fra questi per l'appunto anche la Diaconia valdese. «Sono 158 le città europee che al momento hanno aderito al Patto,- ha ricordato in una conferenza stampa stamane Benedetto Zacchiroli, presidente proprio del network europeo- : in Italia ne fanno già parte Bologna, Campi Bisenzio, Firenze, Lampedusa e Linosa, Palermo, Pescara, Pianoro, Roma, San Lazzaro di Savena, Santa Maria Capua Vetere, e da oggi Torino».
L'assessore comunale Marco Giusta ha sottolineato «l'importanza del lavorare insieme che sta alla base di questo patto. Tante persone di tante comunità coinvolte, un grandissimo percorso fatto che ora va proseguito e allargato a molti più soggetti».
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Ri-immaginare e ri-leggere la storia delle donne nella chiesa
La FDEI insieme a Riforma propone una tavola rotonda per l'8 marzo
L’appuntamento si svolgerà online, su Zoomworship, lunedì 8 marzo 2021 alle 18. Per iscriversi è necessario inviare una e-mail a: zoom@riforma.it. Il link di collegamento sarà inviato la sera prima dell’incontro, che sarà trasmesso anche in diretta sulla pagina Facebook di Riforma-Eco delle Valli Valdesi.
Roma (NEV), 26 febbraio 2021 – Un altro 8 marzo è possibile. La proposta arriva dalla Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI), una tavola rotonda su come “Ri-immaginare e Ri-leggere la storia delle donne nella chiesa”. L’iniziativa, che si terrà l’8 marzo dalle 18 alle 19, prende le mosse dal report curato dal Dipartimento di Teologia dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI) “su un tema che è all’ordine del giorno nel dibattito cioè quello della piena ed effettiva partecipazione delle donne al processo decisionale nella vita pubblica e pertanto nella chiesa, così come l’eliminazione della violenza”, scrivono i promotori.
Che cosa celebrare, quindi? “Una data importante – spiegano le organizzatrici – per ricordare che la disuguaglianza di genere è ancora una realtà in tutto il mondo e che sebbene ci siano stati molti risultati, molte ingiustizie restano da superare”. L’obiettivo della tavola rotonda sarà dunque quello di “Confrontarci con la discriminazione secolare delle donne nella chiesa”, che “pone in evidenza la trasformazione dell’identità e della pratica delle chiese. Un tema di grande attualità nel dibattito ecumenico e interreligioso, almeno in quello femminile”.
Il dibattito, dopo il saluto della presidente FDEI Gabriela Lio, vedrà protagoniste Cristina Arcidiacono, pastora battista, Letizia Tomassone, pastora valdese e teologa, Serena Noceti, teologa, l’antropologa Susanna Giovannini. Modera l’incontro la giornalista Sara Tourn.
Parte del confronto sarà incentrato sul dossier curato da Silvia Rapisarda e Cristina Arcidiacono, due anni fa, in occasione della Conferenza teologica internazionale battista alle Bahamas. Qui il dossier del 2019.
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In occasione del XVII febbraio, mercoledì 17 febbraio alle ore 17,30 il Centro studi Piero Gobetti di Torino in collaborazione con la casa editrice Nuova Trauben presenta il libro di Piera Egidi Bouchard "Maestri. Incontri signficativi nella vita di Giorgo Bouchard" (Nuova Trauben 2020).
Con l'autrice dialogano: Italo Pons, Bruno Quaranta, Paola Schellenbaum, Gustavo Zagrebelsky
Online sul canale YouTube del Centro studi Piero Gobetti:
https://www.youtube.com/channel/UCsuCY_PuAPhrAtQsyaBgRMA
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Tamponiamo Rosarno, oltre un terzo dell’obiettivo della raccolta fondi raggiunto
Continua il crowdfunding lanciato dalla FCEI, attraverso il suo programma migranti e rifugiati, Mediterranean Hope, e la Ong Medu, per il monitoraggio della pandemia tra le persone più vulnerabili che vivono e lavorano nella Piana di Gioia Tauro
Roma (NEV), 28 dicembre 2020 – La campagna “Tamponiamo Rosarno”, lanciata lo scorso 10 dicembre da Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, con la Ong Medu – Medici per i diritti umani, ha già superato un terzo della quota che si è posta come primo obiettivo. Ad oggi, 28 dicembre, infatti sono stati raccolti oltre 2500 euro, pari al 35 per cento dei 7mila euro previsti per il primo “step” del crowdfunding. I fondi serviranno ad acquistare tamponi per monitorare la diffusione del Covid a Rosarno e nella Piana di Gioia Tauro, in particolare nella popolazione più vulnerabile, tra i braccianti e non solo. L’iniziativa, nata in collaborazione con il Comune di Rosarno, ha visto un primo stanziamento da parte della FCEI, grazie al quale sono stati comprati ed effettuati oltre mille tamponi.
La campagna continua e sarà attiva anche dopo il periodo festivo – il primo obiettivo è raggiungere quota 7mila euro – e i promotori lanciano un appello a proseguire, per chi può, con le donazioni.
Con questo progetto, Mediterranean Hope e Medu, vogliono “ribadire che il diritto alla salute deve essere garantito a tutte le persone, in particolar modo attraverso uno screening e azioni di prevenzione e contenimento del contagio, al fine di facilitare il lavoro delle strutture sanitarie locali. Da soli noi possiamo iniziare a lavorare in questa direzione – scrivono le due realtà attive in Calabria -, ma ci serve un aiuto in più, per ampliare il nostro raggio d’azione e permettere un accesso allo screening a più persone”.
Per donare, clicca qui
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Arance solidali nel Primo Distretto valdese. Una rete virtuosa e trasversale, non solo ecclesiastica
di Redazione Riforma.it - 02 dicembre 2020
Da circa due settimane è stata avviata la diffusione delle “arance solidali” della filiera «Etika», sorto nell'ambito del programma migranti e rifugiati Mediterranean Hope della federazione delle Chiese evangeliche in Italia. Si tratta di mettere sul commercio le arance prodotte nella piana di Rosarno secondo critieri etici di non-sfruttamento e non-caporalato, la cui commercializzazione ha toccato anche le chiese evangeliche tedesche, in particolare nella Vestfalia, che ne hanno richiesto del grandi quantitativi.
L’acquisto delle arance solidali di Rosarno raggiunge anche le valli valdesi e il Pinerolese. «In questo tempo in cui rischiamo di fare meno attenzione sia agli “altri” diritti (diritto allo studio, tanto per dirne uno) sia ai diritti “degli altri” (in una pericolosa escalation dell’egoismo) – dice Michel Charbonnier, pastore della chiesa valdese di Torre Pellice, fra gli animatori dell’iniziativa in loco – ci è sembrato importante ripetere, nonostante le tante difficoltà di questo tempo, l’esperienza dell’anno scorso che ci ha portato ad acquistare e a distribuire diverse tonnellate di agrumi biologici ma anche etici (no caporalato, no sfruttamento, no lavoro nero, condizioni di lavoro e di vita dignitose, queste le “parole d’ordine”). E di farlo in una rete virtuosa, ampia e “trasversale”, al di là di ogni etichetta politica o confessionale. E anzi, tutto sembra far pensare che questa bella rete di solidarietà si stia allargando: se già l’anno scorso siamo arrivati in molti Comuni sia in val Pellice sia in pianura (oltre all’importante collaborazione con il centro ecumenico di Agape e con il Gruppo di acquisto solidale di Perrero), quest’anno siamo riusciti a costruire un bel coordinamento con le chiese valdesi delle valli Chisone e Germanasca, che hanno aderito con convinzione».
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Il progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, con i prodotti solidali della campagna SOS Rosarno, che garantisce i diritti dei lavoratori, migranti e non, nella Piana di Gioia Tauro.
Per ordinare le arance a Pinerolo: mercoledì 2 dicembre dalle ore 11 alle 12 in chiesa valdese, va dei Mille
Roma (NEV), 20 novembre 2020 – Tornano le arance solidali della filiera “Etika” della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Anche quest’anno, nell’ambito del programma migranti e rifugiati della FCEI, Mediterranean Hope, le chiese protestanti promuovono la vendita di agrumi “etici”, prodotti dal consorzio Sos Rosarno. Parte del ricavato servirà anche a finanziare il progetto Luci su Rosarno, per illuminare – letteralmente – i luoghi di lavoro e di vita dei braccianti occupati nella Piana di Gioia Tauro.
“Crediamo molto in questo progetto – dichiara Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – che permette ai lavoratori, migranti e non, di lavorare in condizioni dignitose ed eque, a prodotti che sono sostenibili per l’ambiente e allo stesso tempo etici, appunto. Allargare a tutte e tutti i diritti è l’unica soluzione per garantire più “sicurezza”: è attraverso la legalità che si promuove la cultura dell’accoglienza. Come chiese protestanti cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo, in questi mesi così difficili, a partire da una delle regioni e dei territori più complessi, come dimostrano purtroppo le notizie di questi giorni. In Calabria c’è bisogno di inclusione, di legalità, di progetti partecipati e “dal basso”, che coinvolgano i cittadini e i lavoratori”.
Sos Rosarno è una campagna ed un’associazione, nata nel 2011 e gestita dalla cooperativa Mani e terra, vende 220mila chili di agrumi l’anno, ed è formata da 7 lavoratori-soci della cooperativa, di cui 6 migranti. Dell’associazione, tra italiani e migranti, produttori e lavoratori, fanno parte 15 persone. Inoltre la campagna Sos Rosarno coinvolge tra produttori, magazzino e indotto circa 50-60 persone. Nell’arco della stagione 2019/2020 sono stati regalati 17mila chili di arance a famiglie bisognose, e nei mesi dell’emergenza sanitaria anche agli ospedali Covid, in particolare nella zona di Bergamo, grazie alla collaborazione con gruppi di acquisto solidali e altre realtà “dal basso”.
Lo scorso anno, grazie alla campagna della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, sono state vendute oltre 1400 cassette di agrumi, per un totale di oltre 21mila euro.
Peppe Pugliese fa parte dell’associazione e va fiero del motto: “Spremi gli agrumi, non i braccianti: i nostri prodotti hanno un prezzo giusto, è questa la nostra forza”. Negli ultimi anni il progetto ha sempre fatto dei passi avanti, anche in termini di fatturato. “Speriamo che anche quest’anno le vendite vadano bene – aggiunge Pugliese – , che le persone non abbiano paura e timori legati alla pandemia, scegliendo questa forma di distribuzione e di acquisti fatti non attraverso la grande distribuzione. Noi crediamo che in Calabria, proprio in questa nostra regione così piena di problemi, il mutualismo sia una risposta. Fin quando non ci sarà giustizia sociale non si uscirà mai dalle situazioni di cui purtroppo tutta Italia sta venendo a conoscenza in questi giorni”.
Dalla Germania, nel frattempo, arriva una buona notizia: le chiese evangeliche della Vestfalia hanno infatti deciso di sposare l’iniziativa, e hanno ordinato 18 tonnellate di arance.
“Come Chiesa evangelica di Westfalia – dichiara Ulrich Möller, membro del consiglio direttivo della Chiesa evangelica della Vestfalia, capo del dipartimento per le relazioni ecumeniche, la missione e la responsabilità globale -, da decenni siamo stretti partner della Chiesa valdese italiana. Fin dall’inizio abbiamo sostenuto “Mediterranean Hope”, visitando le sue sedi, Lampedusa, Scicli, Roma. I corridoi umanitari di MH ci hanno ispirato non solo a sostenere con forza questo eccezionale programma per i passaggi sicuri, ma anche a sviluppare un programma simile, su misura per il nostro contesto in Germania. Quest’anno abbiamo deciso di sostenere anche le attività di MH a Rosarno e, considerate l’inedita emergenza della pandemia Covid19, il bisogno aggiuntivo di cure mediche per i migranti, che vivono in condizioni di estrema vulnerabilità”. L’Istituto per la missione, l’ecumenismo e la responsabilità globale (www.moewe-westfalen.de) delle chiese protestanti tedesche è inoltre particolarmente attivo ”nella promozione del commercio equo e solidale e nelle campagne per salari giusti e dignitosi nelle catene di produzione internazionali”. Di qui la scelta di sostenere questa nuova iniziativa, “con grande entusiasmo”. Le chiese tedesche hanno così contattato e attivato le loro congregazioni ecclesiastiche, gruppi di giovani, One World Stores, asili nido, scuole, comuni, aziende, centri di integrazione regionale, sostegno ai rifugiati e iniziative di sensibilizzazione, proponendo le arance etiche.
“La risposta – continua Möller – è stata travolgente. Alla fine abbiamo ricevuto ordini per oltre 18.000 kg di arance etiche da SOS Rosarno. Ben oltre le nostre più rosee aspettative. Sembra che quest’idea parli direttamente al cuore e alla mente di tanti che vogliono dare un contributo personale di solidarietà al fianco dei lavoratori migranti. Perchè non si tratta solo di vendere le arance di Rosarno. Lavoreremo insieme a tutti i livelli, per nuove forme di cooperazione internazionale e per realizzare corridoi umanitari a livello europeo. Le arance etiche di SOS Rosarno sono un modo per allargare la consapevolezza per un commercio giusto ed equo, per i diritti dei migranti e per i corridoi umanitari alla popolazione della nostra regione della Vestfalia. Per questo ringraziamo tutte le persone coinvolte e beneficiarie di SOS Rosarno e Mediterranean Hope”.
Tra oggi e domani, intanto, dalla Calabria partirà il primo ordine di agrumi, alla volta di Roma.
Per informazioni e ordini: ordinisosrosarno@gmail.com, CC a rosarno.mh@gmail.com.
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La Bibbia delle donne. Venti teologhe rileggono i passi controversi dei testi sacri
Roma (NEV), 28 ottobre 2020 – La Federazione femminile evangelica valdese e metodista (FFEVM) invita all’incontro su zoom del 30 ottobre alle ore 18 su “La Bibbia delle donne. Venti teologhe rileggono i passi controversi dei testi sacri”, pubblicazione curata da Élisabeth Parmentier, Pierrette Daviau e Lauriane Savoy, edita da Piemme. Nel volume, teologhe protestanti e cattoliche riflettono sulle donne nelle chiese e nella storia, a partire da alcuni temi chiave, legati sia al corpo, con i suoi attributi di genere, sia ai ruoli: la bellezza, il pudore, la verginità, la sterilità da un lato; la sottomissione, la responsabilità, la spiritualità dall’altro.
Con Corinne Lanoir, docente di Antico Testamento alla Facoltà protestante di Teologia di Parigi, e Letizia Tomassone, pastora valdese a Firenze e docente di Studi femministi e di genere alla Facoltà valdese di Teologia, nonché prefatrice dell’edizione italiana.
Per collegarsi all’incontro:
id meeting: 874 4787 8619
passcode: 507599
https://us02web.zoom.us/j/87447878619?pwd=MDdZN3IzV2R869_67114849XREordG44eHZHcVNzU-T09
Per info: ffevm@chiesavaldese.org
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Il 27 ottobre cristiani e musulmani saranno insieme in tutta Italia per il dialogo, i diritti e la pace.
L'edizione di quest'anno della Giornata si concentra sulla pandemia del covid-19, sull'esigenza di fermare la guerra e la produzione di armamenti, sulla tutela dell'ambiente e della dignità delle persone
Roma (NEV), 21 ottobre 2020 – “Costruiamo una sola umanità!” è il titolo dell’Appello per la XIX Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico che si svolgerà come tutti gli anni il 27 ottobre.
Inizia così l’appello per la Giornata 2020: “Dopo 19 anni siamo ancora a parlare di dialogo cristiano-islamico come fosse la prima volta. Ma molto è cambiato. Il nostro è stato un cammino importante e positivo. Il pensiero va ai tanti amici e amiche del dialogo che hanno costruito centinaia di iniziative dal nord al sud del paese, a chi non c’è più e a chi ha percorso con noi un pezzo di strada. E come il primo giorno sentiamo forte il bisogno di riscoprire l’umanità che tutti ci unisce. E come il primo giorno sentiamo forte il bisogno di impegnarci contro le guerre, la produzione delle armi e contro l’ingiustizia sociale che nega il lavoro, le cure mediche, distrugge l’ambiente e ogni spiritualità basata sul riconoscersi fratelli e sorelle con un’unica Madre Terra da amare e difendere”.
La pandemia del covid-19 è stato “un segnale forte per tutta l’umanità – scrivono gli organizzatori -. Ci ha detto con chiarezza che non siamo onnipotenti e che abbiamo bisogno gli uni degli altri per costruire una vita degna di essere vissuta. Occorre superare ogni discriminazione e affermare sempre che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”(art. 3 Costituzione). Occorre fermare la guerra e la produzione di armamenti”.
A questa pagina è possibile leggere l’appello integrale, inviare adesioni e segnalare o consultare gli appuntamenti per questa ricorrenza.
La Giornata nasce dall’iniziativa di un gruppo di intellettuali, religiosi e professori universitari che nel 2001, all’indomani della tragedia delle Torri gemelle, decise di lanciare un appello al dialogo con l’islam. “Noi, cristiane e cristiani di diverse confessioni e laici, impegnati da anni nel faticoso cammino del dialogo coi musulmani italiani o in un lavoro culturale sull’islam – recitava il primo appello – crediamo che l’orrendo attentato di New York e Washington costituisca una sfida non solo contro l’Occidente ma anche contro quell’islam, largamente maggioritario in tutto il mondo, che si fonda sui valori della pace, della giustizia e della convivenza civile”.
I promotori intendevano scongiurare “un allarme preoccupante”, ossia che quanto accaduto potesse “mettere in discussione o rallentare il dialogo con i fratelli musulmani, compagni di strada sul cammino della costruzione di una società pluralista, accogliente, rispettosa dei diritti umani e dei valori democratici”.
Quell’invito diede vita alla prima giornata nazionale del Dialogo cristiano-islamico nel solco di due documenti, quello conciliare della “Nostra Aetate” e quello della “Charta Oecumenica” sottoscritta solo qualche mese prima a Strasburgo dai cristiani europei. Una Giornata giunta quest’anno alla sua diciassettesima edizione e che, da alcuni anni, ricorre il 27 ottobre “nello spirito di Assisi”: il primo e grande incontro mondiale delle Religioni per la pace, voluto da papa Giovani Paolo II nel 1986 nella città umbra.
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Solidarietà con le donne bielorusse
Pubblichiamo la nota di Cristina Arcidiacono, pastora evangelica battista, andata in onda durante la trasmissione “Culto evangelico” – rubrica “Finestra aperta”, su Radio RAI 1, domenica 27 settembre 2020
Roma (NEV), 28 settembre 2020 – Se digito su google “Bielorussia” e “donne”, appare per primo il link di una agenzia matrimoniale che avvisa gli uomini italiani della presenza di più di 300 ragazze bielorusse da scegliere per eventuali matrimoni.
Eppure, le donne bielorusse in questo momento sono punti di riferimento per l’opposizione al regime di Alexander Lukaschenko, presidente da 25 anni e rieletto in agosto con il 90% dei voti, per la sesta volta consecutiva. I candidati dell’opposizione erano stati precedentemente eliminati, con l’arresto. Unica candidata accettata da Lukaschenko è stata Svetlana Tichanovskaja, il cui marito, già leader dell’opposizione è nelle mani del regime. Una donna considerata dall’attuale presidente, insignificante, accusata di non avere esperienza politica, poi denominata “serpe”, dallo stesso Lukashenko, nel momento in cui ha denunciato i brogli elettorali. Adesso è in esilio fuori dalla Bielorussia.
Un’altra serpe, nemica del potere, è la musicista Maria Koleshnikova, trentottenne, scomparsa recentemente, rapita da agenti del governo, considerata nemica del paese per aver denunciato gli abusi e le torture del regime che si sta rivelando sempre più violento. Le ultime notizie sono che Maria Koleshnikova si trovi in un campo di detenzione di Minsk, dopo aver strappato il proprio passaporto per non essere esiliata e fatta espatriare in Ukraina.
I telegiornali ci presentano anche un’altra donna, la settantatreeene, bisnonna, Nina Baginskaja, che protesta contro il regime dal 1995, data delle prime elezioni di Lukaschenko.
In Italia l’associazione che riunisce le persone Bielorusse residenti nel nostro paese è anch’essa guidata da una donna, Ekaterina Ziuziuk. Dopo le elezioni del 9 agosto, la violenza con la quale il regime ha reagito contro le manifestazioni pacifiche ha fatto aumentare il numero degli iscritti all’associazione, che si batte per mantenere viva l’attenzione sulla Bielorussia e impedire così al regime di Lukaschenko di continuare impunemente le violenze, i pestaggi, gli arresti e le torture contro i manifestanti.
Anche nella Bibbia le donne non sono immediatamente riconosciute come soggetti autorevoli: nelle Scritture vi è una certa politica di discredito delle donne, legittimata da una società e da una cultura che le considerava insignificanti quando non peccatrici. Eppure la promessa di Dio si serve proprio della discontinuità e della sorpresa che le donne possono generare: dalle levatrici ebree in Egitto, del libro dell’Esodo, che arrivano tardi e non possono sottrarre e uccidere i nati alle donne ebree, come aveva ordinato Faraone, alla donna Siro fenicia del vangelo di Marco, che resiste al no di Gesù e la cui fede sarà preludio di una missione senza confini. Questo sconfinare, andare oltre i confini anche di leggi ritenute ingiuste, è lo sconfinare delle donne che oggi in Bielorussia lottano per la vita e la democrazia.
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I fondi raccolti saranno devoluti per interventi sanitari, aiuti economici a favore di famiglie in difficoltà
Roma (NEV), 6 agosto 2020 – Dopo la devastante esplosione che ha colpito la capitale libanese lo scorso 4 agosto, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia ha deciso di aprire una sottoscrizione per Beirut.
“L’esplosione che ha colpito il porto di Beirut ha suscitato un’impressione enorme in tutti noi – dichiarano gli operatori di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI, dal Libano, dove sono impegnati per la ripartenza dei corridoi umanitari – . Il fungo di polvere, fumo, fuoco e fango, la devastazione delle abitazioni circostanti, gli incendi, le vittime, le richieste di aiuto provenienti dalle persone rimaste sepolte sotto le macerie, ci hanno scosso violentemente.
Come non bastasse questa catastrofe si è sovrapposta a un’altra già in atto anche se di altra natura e cioè alla profonda crisi economico-sociale in cui versa da tempo lo Stato libanese. Il Libano è, infatti, in default tecnico con il conseguente corredo di crollo del cambio sul dollaro, impoverimento generale della popolazione di cui ormai il 50% vive sotto la soglia di povertà”.
I fondi raccolti saranno devoluti per:
- interventi sanitari (ricoveri ospedalieri, interventi chirurgici-ortopedici, farmaci) da effettuare tramite il progetto Medical Hope in collaborazione anche con ospedali e Ong presenti sul territorio;
- assicurare un supporto economico a favore di famiglie in forte difficoltà;
- a sostegno di gruppi locali che assicurano distribuzione di pasti nei quartieri poveri;
- a supporto di strutture ospedaliere danneggiate per la sostituzione di apparecchiature medicali.
BONIFICO BANCARIO
Intestatario conto: Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia – Via Firenze 38, 00184 Roma
Banca Unicredit – Via Vittorio Emanuele Orlando, 70, 00185 Roma
IBAN : IT 26 X 02008 05203 000104203419
causale “Sottoscrizione Beirut”
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Beirut, MH: “Cordoglio per vittime e feriti. Ci stringiamo alla popolazione e alla città già molto provate”
Gli operatori del programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, in questo momento nella capitale libanese per organizzare la ripartenza dei corridoi umanitari, stanno bene.
Roma (NEVCS/21), 4 agosto 2020 – Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, progetto che dal 2016 gestisce da Beirut i corridoi umanitari, dichiara:
“Il nostro cordoglio per le vittime e i feriti delle esplosioni che ci sono state poche ore fa a Beirut. Siamo in contatto con i nostri operatori che si trovano nella capitale libanese in questo momento, per organizzare la ripresa dei corridoi umanitari per i rifugiati siriani: stanno fortunatamente tutti bene. Solo un nostro collaboratore ha riportato una lieve ferita al viso.
Speriamo che il bilancio delle vittime non si aggravi ulteriormente e che tutte le persone che si possono salvare e curare siano soccorse.
Ci auguriamo che si faccia poi piena luce su questo gravissimo episodio che va a colpire una città e un Paese già molto provati dalla crisi economica e dove la situazione dei profughi è già drammatica.
Ci stringiamo alla popolazione di Beirut, ai nostri amici e conoscenti in Libano che ci hanno sempre aiutato nel nostro lavoro, ai profughi e alle persone più vulnerabili, che già stavano vivendo condizioni estremamente difficili, in questi momenti di paura e dolore”.
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Youth with refugees è una campagna di UNHCR
Giovani artisti hanno disegnato un mondo in cui la gentilezza sconfigge il Covid-19
Ad aprile abbiamo lanciato il concorso "Youth with Refugees" (Giovani coi Rifugiati) chiedendo ai ragazzi di tutto il mondo di riflettere in modo creativo sul tema: “tutti contano nella lotta contro il virus, anche i rifugiati”.
Abbiamo ricevuto 2.000 disegni da 100 paesi, ne abbiamo scelti sette e ora hanno preso vita grazie allo studio di animazione giapponese SPEED INC.
Per saperne di più, clicca qui
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Comunicato stampa del 29 giugno 2020
Le attività del Comune di Pinerolo per supportare le Scuole della città in vista della ripartenza di settembre.
Il Comune di Pinerolo si sta impegnando per supportare le Scuole della città nel migliore dei modi, in vista della ripartenza di settembre. In questi ultimi mesi l'Amministrazione è stata coinvolta in confronti a vari livelli, per individuare soluzioni condivise e omogenee, quantomeno sul territorio regionale.
Presso il Tavolo di lavoro istituito dalla Città Metropolitana, il Comune di Pinerolo sta collaborando per predisporre la mappatura delle strutture presenti sul territorio da adibire a uso scolastico, per stabilire le modalità di trasporto degli studenti, con particolare attenzione agli alunni con disabilità e per la concessione delle palestre per attività extra scolastiche. Queste problematiche saranno presto condivise anche con i Direttori Scolastici delle Scuole superiori e di Formazione professionale.
E’ stato frequente a livello locale il confronto con i Direttori Scolastici degli Istituti Comprensivi (IC), per condividere problematiche concrete, tra cui quella della mappatura degli spazi a disposizione di ciascun plesso cittadino o le modalità di igienizzazione da adottare; al riguardo il Comune ha acquistato e predisposto la posa dei dispencer- sapone e dei porta rotoli per la carta asciugamani per le zone bagno degli IC. Per ragionare sul tipo di servizio mensa da erogare alla ripresa delle lezioni, la ditta che gestisce la ristorazione scolastica, sta lavorando, insieme con gli uffici comunali competenti, per individuare la capienza massima dei locali adibiti a refettorio. Grande attenzione è stata posta ai servizi a domanda individuale, di cui sono state avviate le iscrizioni.
Per quanto riguarda la fruizione in sicurezza dei locali scolastici e per evitare che cantieri in atto interferiscano negativamente sulla organizzazione degli spazi sono state verificate le tempistiche e modalità di realizzazione dei progetti di edilizia scolastica in corso, interrotti durante la fase del lockdown. I lavori di sostituzione del tetto della scuola di Riva si concluderanno prima del rientro di settembre e il cantiere per conseguimento del CPI del Plesso Silvio Pellico è in fase di ultimazione. Le modalità e i tempi di realizzazione dell’ultimo blocco di opere presso il Plesso Nino Costa verranno poste all’attenzione dei rappresentanti delle famiglie e condivise con queste lunedì 29 giugno.
A breve verranno sentiti anche i genitori della primaria Collodi.
Per continuare l’opera di riqualificazione dei locali delle scuole cittadine, sono stati previsti lavori estivi di manutenzione ordinaria in alcuni plessi.
Il Comune parteciperà inoltre al Progetto PON “Adeguamento spazi e aule”, promosso dal Ministero dell’Istruzione, che ha la finalità di realizzare piccoli interventi di adattamento e di adeguamento degli spazi e degli ambienti scolastici e delle aule didattiche degli edifici pubblici adibiti ad uso didattico al fine di prevenire il rischio di contagio da Covid-19.
A ciascun ente locale ammesso a finanziamento, sarà assegnata una quota di risorse prestabilita e parametrata, per fasce, in relazione alla popolazione del proprio territorio, determinata sui dati delle iscrizioni dell’a.s. 2019-2020. Le risorse che verranno erogate saranno calcolate in base al numero degli studenti presenti sul nostro territorio.
Risale proprio a questi giorni l'uscita delle linee Guida del Ministero sulla riapertura delle scuole e, finalmente, il confronto tra le diverse componenti del territorio potrà essere maggiormente circostanziato. Molti nodi sembrano ancora difficili da sciogliere ed è del tutto evidente che i tempi siano strettissimi, ma è necessario muoversi insieme per fare sistema.
Antonella Clapier
Assessore all’Istruzione
Comune di Pinerolo
Informazioni
Ufficio Istruzione
0121 361273 - 274
assessore.istruzione@comune.pinerolo.to.it
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Biblioteche nuovo orario - prestito settimana 8-12 giugno 2020
BIBLIOTECHE DI PINEROLO ORARIO SERVIZIO PRESTITO settimana 8-12 giugno:
BIBLIOTECA ALLIAUDI
Lunedì 14,00 – 18,30
Martedì 9,15 – 13,00
Mercoledì 9,15 – 12,00 e 14,00 – 18,30
Giovedì 9,15 – 13,00
Sempre e solo su APPUNTAMENTO.
Telefonate in Biblioteca e fissate l'appuntamento.
Maggiori informazioni: http://www.comune.pinerolo.to.it/web/index.php/news/notizie/3062-biblioteche-nuovo-orario-prestito-settimana-8-12-giugno-2020
Celebrazione matrimoni civili
A causa dell'emergenza epidemiologica in corso e nel rispetto delle norme di legge sul distanziamento sociale, alla cerimonia sono ammessi a partecipare al massimo 12 persone, compresi gli sposi, i 2 testimoni ed il celebrante. Il numero si può incrementare di ulteriori 3 unità, ma solo nel caso di bambini di età inferiore ai 6 anni.
I partecipanti dovranno obbligatoriamente indossare la mascherina.
L'accesso individuale alla sala dove avviene la celebrazione del matrimonio si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell'edificio sia nella sala di celebrazione.
Non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5" né a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti il matrimonio.
Comunicato Stampa del Comune di Pinerolo - 19 maggio 2020
PROSEGUONO I SERVIZI A SUPPORTO DELLE CATEGORIE FRAGILI
Proseguono i servizi dedicati alle categorie fragili che il Comune di Pinerolo assicura grazie alla collaborazione con le associazioni del territorio. Anche in questo periodo di "riapertura" dopo la fase del lockdown, il Comune di Pinerolo continua ad assicurare una serie di importanti servizi per il supporto delle categorie fragili, con l'aiuto di associazioni attive sul territorio:
- cittadini anziani o in difficoltà, le persone malate sole o in quarantena che necessitano di supporto nella spesa, per il pagamento delle bollette o l'acquisto di farmaci possono telefonare direttamente alla Caritas Diocesana allo 0121 373.334
- continua l'attività di supporto da parte dei volontari per la gestione degli animali domestici dedicata ai cittadini in quarantena o a persone con difficoltà. A tal fine si chiede di contattare via mail l'Ufficio Diritti Animali: uda@comune.pinerolo.to.it
- di fronte al Posto Giusto (Centro diurno di via Lequio) dal lunedì al venerdì dalle 12.30 alle 13.00 vengono distribuiti pranzi al sacco: una busta con panini e frutta per coloro che hanno necessità di un pasto;
- chi necessita di aiuti alimentari (buste spesa) perché ancora in difficoltà può rivolgersi al Centro Ecumenico di Ascolto telefonando al numero telefonico 0121 373.333;
- fino al 31 maggio continua la colletta alimentare e il progetto "Aggiungi un pAsto a tavola" che ha permesso di raggiungere un totale ad oggi di 988 persone, 781 adulti e 207 bambini. Chi desidera contribuire, può farlo presso il Carrefour di via Giustetto (Abbadia) e presso l'Ipercoop Le Due Valli.
L'Assessora alle Politiche Sociali e Sanitarie Lara Pezzano ringrazia per l'ottima riuscita del progetto «tutti i volontari e i dipendenti comunali che hanno preso parte al progetto "NOI CI SIAMO" coordinati dal direttore della Caritas Rocco Nastasi a cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per l'impegno, l'instancabilità e la presenza sul territorio continua e competente, all'Eco del Chisone per il numero verde messo a disposizione, ai supermercati Carrefour e Ipercoop per il pronto sostegno all'iniziativa e a tutti coloro che hanno donato alimenti, sostegno, tempo, attenzione e supporto in un periodo non facile come questo. Io Siamo e Noi ci Siamo».
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Parole e opere di speranza
di Alberto Corsani - Riforma.it 27 aprile 2020
La Tavola valdese ha destinato la prima parte degli 8 milioni di euro dei fondi dell’Otto per mille per l’emergenza Covid-19. Intervista alla moderatora, diacona Alessandra Trotta
La Tavola valdese ha comunicato il 19 marzo scorso di intervenire con 8 milioni di fondi Otto per mille per contribuire a gestire l’emergenza Coronavirus nel nostro Paese.
Una decisione tempestiva, ma con la consapevolezza di guardare oltre: considerando cioè le conseguenze economiche, psicologiche e sociali della pandemia, intuibili già a marzo, e che oggi vediamo confermate. Come si articolava dunque questo duplice intendimento?
«In effetti abbiamo pensato a un piano in due tempi: un primo tempo con interventi a supporto dell’impegno di diagnosi, cura e contenimento del contagio da parte del sistema sanitario, con un’attenzione rivolta non solo agli ospedali e alle regioni più colpite, ma anche a quei servizi di medicina territoriale e di prossimità che, molto indeboliti negli ultimi anni dalle scelte compiute nella gestione della sanità pubblica, mostrano in questo momento di avere un’importanza fondamentale nella prevenzione dei rischi e nella garanzia di adeguatezza di cura per tutti. Seguirà un secondo piano di interventi che sarà orientato a contribuire, con qualche misura più sistematica, alla ripresa sociale ed economica del Paese, a partire dai bisogni delle fasce della popolazione più esposte a subire le conseguenze devastanti dei provvedimenti assunti per fronteggiare questa emergenza. Ci tengo a precisare che, accanto a questi interventi straordinari, proseguirà l’ordinario supporto al prezioso impegno sociale ed assistenziale portato avanti dai tantissimi enti del Terzo settore (673 nel 2019) che ogni anno accedono con i loro progetti a un finanziamento dell’otto per mille assegnato alle nostre chiese».
– Possiamo vedere nel dettaglio a chi si indirizza l’intervento della prima fase?
«Questa parte dell’intervento ha raggiunto innanzitutto gli ospedali di Bergamo e Brescia, città fra le più colpite, finanziando l’acquisito di importanti attrezzature, ma anche, a Bergamo, l’intervento di personale specializzato per la gestione di nuovi posti letto di terapia intensiva. Sono state raggiunte anche le Marche, supportando un intervento di sostegno nell’ospedale di Pesaro e in varie Rsa e la formazione di personale medico e paramedico da impegnare nelle cure domiciliari in varie città. Sono state messe a disposizione delle risorse, ancora, per gli Ospedali evangelici di Genova e di Napoli, che hanno dovuto profondamente modificare la propria organizzazione per concorrere alle necessità dei sistemi sanitari ligure e campano di fronte all’emergenza. Un’altra parte degli interventi già attuati ha raggiunto, poi, le campagne del Foggiano e le periferie di Roma, attraverso l’attivazione di cliniche mobili attrezzate per la prevenzione del rischio presso fasce di popolazione che vivono in condizione di particolare fragilità. Restano da attuare due interventi: un contributo a un’importante azione istituzionale in fase di definizione in Calabria, con l’attivo coinvolgimento della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, per il superamento del grave fattore di rischio rappresentato dalle baraccopoli sorte intorno alle campagne della Piana di Gioia Tauro. E infine un intervento in Piemonte, in particolare nelle zone di Pinerolo e delle valli Germanasca, Chisone e Pellice, in cui la storica, significativa presenza delle nostre chiese ci fa sentire particolarmente responsabilizzati, ma anche capaci di offrire un’operatività che possa contribuire allo sviluppo della medicina territoriale e della domiciliarità con una presa in carico globale dei malati e delle loro famiglie in ambienti non ospedalieri».
– Nel comunicato con cui la Tavola valdese ha illustrato la prima parte del piano di interventi per l’emergenza Covid si trovano effettivamente indicati molteplici livelli, fra questi anche il riferimento al sostegno alle chiese locali, per quella dimensione comunitaria che è un altro aspetto della diaconia stessa. Come mai?
«Questa domanda mi offre l’opportunità di precisare la centralità del ruolo delle nostre chiese locali anche in questo frangente. Le chiese valdesi e metodiste nel nostro Paese sono spesso conosciute soprattutto per alcuni pronunciamenti pubblici su grandi temi sociali o etici, per azioni umanitarie di grande visibilità come i corridoi umanitari o per gli interventi della nostra diaconia più istituzionale e organizzata in Centri conosciuti e apprezzati al livello locale o nazionale. Ma senza le piccole chiese locali, formate da membri di chiesa attivamente e appassionatamente impegnati nella predicazione dell’Evangelo e nell’alimentare una vita comunitaria nella quale trovi radicamento un cammino di fede che si esprime anche nella costruzione, alla luce dell’Evangelo, di relazioni umane radicalmente alternative, non vi sarebbero quelle Istituzioni sociali o assistenziali, non vi sarebbero quelle azioni di denuncia sociale, di promozione dei diritti, di lotta per la giustizia, che portiamo avanti perché vi riconosciamo una coerente espressione del compito di annuncio evangelico che la Chiesa è chiamata ad assolvere. In questa emergenza, abbiamo fiducia che le nostre chiese locali sapranno assolvere, con ulteriori interventi diretti per i quali la Tavola metterà a disposizione delle risorse raddoppiate, un compito di supporto a coloro che, intorno a loro, dentro o fuori le chiese, già vivono la marginalità o che, per il Covid-19, hanno ridotto o perso il lavoro e non possono più pensare con serenità a una tranquilla vita quotidiana».
– Questo rilevante intervento da parte della Tavola valdese è anche espressione di una consapevolezza spirituale ed è di fatto anche una testimonianza: che cosa muove i e le credenti a rendersi disponibili a fianco ai loro concittadini e quale può essere il messaggio di speranza che i protestanti possono portare anche in questo momento che non è solo di emergenza sanitaria ma anche di disorientamento degli individui?
«Le nostre chiese da sempre interpretano la fede cristiana come fiducia di essere parte di un piano di Dio per l’intera sua creazione – un piano di vita piena, buona e abbondante per tutti – che chiama ogni singolo individuo, riconosciuto e valorizzato nella sua nella sua unicità, dignità e libertà, a mettere a frutto i suoi talenti al servizio del bene comune. Come credenti che vivono così la loro fede, siamo sfidati a vivere questo tempo, dominato dal senso di precarietà e dal disorientamento di fronte a un mondo che sembra crollare nelle sue certezze, nel suo profondo significato spirituale, ponendoci all’ascolto di ciò che il Signore ci sta dicendo, cercando di leggere i segni dei tempi e reagendo in coerenza con l’Evangelo. Pensiamo a come questa situazione sta interrogando le categorie, anche biblicamente molto dense, di vicinanza/distanza, aperto/chiuso, schiavo/libero, solo/insieme. Sarebbe grave coltivare l’illusione di tornare, anche come chiese, alla normalità di prima, senza cogliere l’opportunità unica di una ricostruzione nella direzione della solidarietà sociale, della sostenibilità ambientale, della riduzione delle diseguaglianze, nell’accesso ai beni essenziali come la salute, l’educazione, la casa, di un sistema di organizzazione del lavoro che si concili meglio con le esigenza di cura familiare e del riposo. Invochiamo tutti, dunque, l’aiuto del Signore per crescere nella capacità di vivere come comunità evangeliche, contagiatrici, in parole ed opere, di una speranza viva di conversione e rinascita».
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Consiglio ecumenico delle chiese, Pechino+25 e i diritti delle donne
Roma (NEV), 2 febbraio 2020 – Lo scorso 28 gennaio il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) ha convocato un seminario per pianificare il contributo delle organizzazioni di fede in vista della revisione della piattaforma d’azione di Pechino, in occasione dei 25 anni della sua nascita (la cui celebrazione è anche nota come Beijing+25). La piattaforma, con la relativa “Dichiarazione di Pechino”, è uno strumento internazionale che affronta a livello globale lo status dei diritti delle donne.
Quasi cento leader di organizzazioni religiose hanno partecipato al seminario, convenendo sul fatto che “Quasi ovunque nel mondo le donne affrontano disuguaglianze, ingiustizie, vulnerabilità e povertà, in base a tutti gli indicatori, rispetto agli uomini” si legge sul sito del CEC. Le donne e le ragazze sono anche vittime della violenza di genere.
Hanno partecipato esperti di diverse provenienze e sono stati forniti aggiornamenti sul Generation Equality Forum (#GenerationEquality, Forum sulla parità delle generazioni) incontro convocato dalle Nazioni Unite e ospitato congiuntamente dai governi di Messico e Francia, (Città del Messico, 7-8 maggio; Parigi, 7-10 luglio).
La 64^ Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne (CSW64) si terrà invece a New York dal 9 al 20 marzo. È in corso, inoltre, un piano di coordinamento internazionale per la partecipazione delle organizzazioni di fede a questi e altri appuntamenti, fra cui un simposio, nel 2021 presso le Nazioni Unite a New York, sul ruolo della religione negli affari internazionali incentrato sull’implementazione della fede nell’ambito di Pechino+25.
Abi Doukhan, professore di filosofia e studioso della Bibbia del Queen’s College, ha dichiarato: “… molti gruppi nel mondo seguono i principi guida delle sacre scritture tradizionali. Queste scritture, per generazioni, sono state interpretate esclusivamente dagli uomini. Una comprensione più completa dei testi può nascere se invitiamo persone di diversi background a interpretare i testi, comprese le donne. Abbiamo bisogno di interpretazioni femminili dei testi per capire un altro aspetto della parola rivelata di Dio”.
Il seminario è stato promosso dal CEC insieme ad ACT Alliance, Federazione luterana mondiale (FLM), Comunione anglicana, Chiesa metodista unita, Chiesa avventista del settimo giorno, Iniziativa delle religioni unite, UNWomen, organismo delle Donne delle Nazioni Unite, la Task force delle Nazioni Unite per la religione e lo sviluppo, Islamic relief USA, Soka Gakkai International, le Donne ecumeniche e la Coalizione “Fede a Pechino+25”.
Un rapporto completo del seminario sarà disponibile l’ufficio ecumenico congiunto CEC-ACT Alliance delle Nazioni Unite.
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Lotta per la giustizia ambientale
Roma (NEV), 27 settembre 2019 – Nel giorno del #Fridayforfuture la Federazione giovanile evangelica in Italia (FGEI) si unisce ai giovani scesi in piazza per la protesta globale per chiedere ai governi di intervenire con azioni urgenti a difesa del clima e per ottenere politiche ambientali efficienti.
In occasione di questo #Fridayforfuture la FGEI ha sottoscritto la “Dichiarazione dell’assemblea dei popoli sul clima, i diritti e la sopravvivenza del genere umano”, un documento che riunisce organizzazioni civili e organizzazioni basate sulla fede ed è stato presentato il 23 settembre 2019 a New York al vertice dell’azione per il clima delle Nazioni Unite.
In questo modo la FGEI vuole esprimere chiaramente la sua posizione sostenendo la lotta per la giustizia ambientale.
La dichiarazione non si limita a parlare della crisi ambientale ma pone in evidenza come il futuro del genere umano sia legato a doppio filo al futuro del pianeta: “condividiamo la visione di un mondo dove le persone prosperano in quanto parte della natura e dove i diritti umani” e pone in evidenza come ciascuna delle nostre azioni abbia ripercussioni sull’equilibrio di ogni ecosistema e come le conseguenze maggiori della crisi ambientale ricadano sulla parte della popolazione più vulnerabile.
Nel testo si chiede anche una trasformazione dei sistemi economici, sociali, legali e politici, in modo da assicurare un’equa protezione dell’ambiente e di conseguenza dei diritti umani riconoscendo che “le attuali violazioni dei diritti umani, la discriminazione e le altre disuguaglianze trovano le loro radici in comportamenti, mentalità e strutture di potere che si trovano anche al centro della crisi che sta minacciando il nostro pianeta. Proteggere i diritti umani e preservare il nostro pianeta con il suo equilibrio climatico è possibile solamente se smettiamo di trattare gli ecosistemi come beni di consumo e riconosciamo il fatto che la dignità umana e i diritti umani dipendono direttamente dalla rete della vita.”
“La crisi climatica può e deve essere affrontata – conclude il documento – Conosciamo e abbiamo già a disposizione un intero schieramento di politiche efficaci e di soluzioni tecniche che possono essere immediatamente impiegate. Governi e compagnie hanno la responsabilità primaria di intraprendere azioni che possono affrontare e capovolgere i processi che stanno all’origine del cambiamento climatico, costruendo allo stesso tempo comunità che siano resilienti e sostenibili”.
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Una splendida passeggiata meditativa interreligiosa
di Paola Schellenbaum - 6 luglio 2019
Il tema del viaggio come metafora del vivere e del convivere, un viaggio interiore che chiede silenzio e concentrazione per assaporare insieme - e passo dopo passo - la trasformazione che diviene promessa: questo è quanto abbiamo sperimentato sabato 6 luglio in una splendida passeggiata meditativa interreligiosa, intervallata da brevi interventi di diversi esponenti delle comunità religiose presenti nel Pinerolese: islamica, valdese, cattolica e buddista.
La trentina di partecipanti provenivano da diversi posti in Piemonte, si sono riuniti al parcheggio del Forte di Fenestrelle per salire fino a Pequerel e poi ridiscendere nel pomeriggio. La giornata di sole caldo ha reso ancora più intensi i profumi del bosco e del sottobosco, la meraviglia dei fiori e la leggerezza delle farfalle: in una parola la bellezza del Creato.
Nelle diverse tappe dell'itinerario meditativo, organizzato con grande cura, le diverse confessioni religiose hanno offerto una riflessione sul viaggio come necessità di partire dai luoghi sicuri per avventurarsi sui sentieri della vita di fede, come ci narra il racconto biblico di Abramo, sull'importanza del viaggio come antidoto al dolore e alla sofferenza, come nel viaggio del Profeta verso Gerusalemme, dopo aver perso la moglie, ma anche sul pensiero di Paul Tillich in cui il confine diviene sia luogo d'incontro e di conoscenza reciproca e sia luogo di dolore, a seconda di come lo viviamo. Confini al plurale, che attraversano le biografie e consentono di vivere "tra" mondi diversi.
Il dialogo interreligioso diviene allora occasione di avvicinare e condividere un pezzetto delle conoscenze dell'altro - e poterne godere in modo fecondo e arricchente - nella riconoscenza dell'incontro che inizia con l'ascolto, procede con l'ascolto attivo ma si nutre della spiritualità dell'altro, senza peraltro divenire un sincretismo sterile.
La meta è il cammino, è stato ripetuto diverse volte, con la possibilità di fare silenzio e vuoto in modo da non essere dominati dai pensieri ma essere predisposti all'ascolto della Parola. La tradizione buddista però, che dà importanza alla via, ci ricorda che la sensazione di essere arrivati alla meta è una sensazione liberatrice che consente di vivere nella pace, con sé e con gli altri. Lungo tutta la nostra esistenza siamo chiamati non a inseguire il successo nei diversi campi della vita ma a rispondere alla domanda che Dio rivolge ad Adamo: "Dove sei?" cercando di costruire la propria statua interiore, mettendoci cura e dedizione per aprirsi all'amore del prossimo, nella fiducia e nella speranza.
Momenti di rara intensità hanno dunque accompagnato la passeggiata meditativa interreligiosa: un grazie particolare a Youness della Comunità islamica di Pinerolo, al pastore Gianni Genre della Chiesa valdese di PInerolo, a Francesco della Comunità di base di Pinerolo, a Elena Seishin Viviani della Comunità buddista di Torino e a don Paolo Squizzato che ha promosso e organizzato l'incontro, convocando tanti amici e amiche.
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LA CONVIVENZA TRA CULTURE E RELIGIONI E' UNA RICCHEZZA
In occasione delle celebrazioni del Ramadan, le Chiese cattolica e valdese di Pinerolo aprono i loro spazi ai credenti di fede musulmana permettendo loro in tal modo di svolgere i riti in locali adeguati. La convivenza tra culture e religioni diverse è una ricchezza e il dialogo è la strada che la città di Pinerolo e il pinerolese stanno percorrendo.
Comunicato firmato da Comune, Chiesa Cattolica, Chiesa Valdese e Comunità Islamica di Pinerolo:
In questi giorni alcuni organi di stampa hanno scritto che, in occasione delle celebrazioni del Ramadan, le Chiese cattolica e valdese di Pinerolo ospiteranno i fedeli Musulmani, mettendo a disposizione i propri locali, per i fine settimana (momenti in cui si prevede il più alto afflusso di persone). La notizia non deve passare inosservata.
In un clima nazionale e internazionale in cui spesso prevalgono messaggi di esclusione, e in cui la convivenza tra culture e religioni diverse è spesso difficile, esiste una città, Pinerolo, e il suo territorio, il pinerolese, che hanno fatto del dialogo tra religioni e dell’ecumenismo uno dei suoi punti di forza. Le ragioni sono profonde, storiche. Questo è un territorio che per secoli ha visto la forte contrapposizione tra Chiesa cattolica e Chiesa valdese.
Oggi queste realtà dialogano, si confrontano, organizzano iniziative in comune. Sono proprio le due confessioni religiose maggiormente rappresentate sul territorio che oggi si aprono, aprono i loro spazi ai credenti di fede Musulmana permettendo loro in tal modo di svolgere i riti in locali adeguati. Come città non possiamo far altro che rallegrarci, amplificando il messaggio che oggi ci inviano le Chiese presenti sul nostro territorio: la convivenza tra culture e religioni diverse è una ricchezza, realizzare una vera integrazione è possibile e il dialogo è la strada da percorrere.
Intervento del pastore Gianni Genre, in seguito ad alcuni commenti apparsi sul suo profilo Facebook:
A Pinerolo non abbiamo fatto e non stiamo facendo NULLA di particolare; semplicemente stiamo mettendo a disposizione dei locali perché la comunità islamica con cui ci ritroviamo in una “amicizia” da alcuni anni, possa pregare in questo mese del loro Ramadan in modo dignitoso.
Li abbiamo visti, nelle sere scorse, e con loro abbiamo scambiato alcune parole anche in queste occasioni di preghiera: non è facile per loro entrare nei loro locali. C’è una traccia evidente di imbarazzo misto a riconoscenza, come un poco di diffidenza c’è anche, probabilmente, in noi aspiranti cristiani, valdesi o cattolici del pinerolese. Ma insieme combattiamo le paure che molti vogliono alimentare ogni giorno. In questo siamo determinati!
Abbiamo avuto e abbiamo non solo momenti di confronto (già dopo l’attentato a Parigi legato a Charlie Hebdo!), momenti di riflessione comune (anche su temi delicati come il perdono o il ruolo della donna) e cose più pratiche (corsi di arabo per bambini e adulti in una scuola superiore della città…). Nessuno ha la presunzione di trasformare il mondo o di fermare la violenza in ogni angolo del mondo.
Cerchiamo di essere loro vicini nel desiderio di avere una nuova, decente Moschea, malgrado qualche esponente politico locale minacci di portare i maiali a pascolare su quei terreni dove dovrebbe sorgere il loro locale di culto. Come valdesi, anche a Pinerolo, sappiamo quanto sia stato faticoso potere costruire un tempio in tempi lontani, ma non lontanissimi.
Perché? Perché i luoghi di culto possono e devono diventare luoghi che combattono la paura. Sono luoghi di conoscenza e di confronto, di controinformazione. Senza conoscenza non ci può essere dialogo e non ci potrà essere futuro, per nessuno. Non illudiamoci che qualcuno si salvi sulla propria zattera dorata mentre gli altri affondano.
L’islamofobia, come tutte le paure, vive sulla paura. Le opinioni negative sugli islamici in un dato paese sono quasi inversamente proporzionali al numero di islamici presenti.
In Ungheria, attualmente il paese islamofobo numero uno, le opinioni negative sui musulmani sono dichiarate dal 72% della popolazione, mentre i musulmani sono lo 0,1%. In Polonia il 66% della popolazione dice di non volere gli islamici. In Italia siamo al 69% con una presenza del 3,7% di persone di fede musulmana. Cosa significa questo? Che, appunto, la paura si diffonde nella misura in cui non si conosce l’altro.
Le religioni, tutte, hanno una responsabilità particolarmente grave. La religione è stata elemento non di dialogo ma di chiusura, di scomunica, di paura, di rifiuto reciproco.
Oggi si parla di terrorismo di matrice islamica e questo è fonte di grandissima preoccupazione. Conosco, ad esempio, un poco la storia del Burkina Faso, che significa “terra degli uomini integri”, dove alcuni comuni del pinerolese, insieme alla Chiesa valdese e a quella cattolica hanno sviluppato dei bei progetti che oggi sono interrotti se non distrutti per il terrore che viene seminato da qualche banda di fanatici islamisti tagliagole. Ma la prima vittima è proprio la maggioritaria locale popolazione islamica che fino a pochissimi anni fa viveva in un clima di assoluta solidarietà con i cristiani. Conosco personalmente alcuni responsabili delle scuole che siamo riusciti ad aprire nel Nord del Paese, persone straordinarie che sono anche venute al nostro Sinodo, di fede islamica, che oggi sono devastate da ciò che sta succedendo. Il loro Paese è distrutto economicamente perché lo si vuole isolare e terrorizzare. Non è difficile comprendere le ragioni di questa violenza cieca che vuole scavare un solco profondo fra culture e civiltà diverse.
D’altra parte, anche il cristianesimo dovrebbe avere qualche memoria dell’abuso del nome di Dio nei secoli passati ed ancora oggi. Dal 315 d.C., con il decreto imperiale di Costantino, i milioni di vittime fatte in nome della fede cristiana non si contano. Passando attraverso la morte della filosofa Ipazia che fu squartata, i Sassoni giustiziati a migliaia da Carlo Magno, le varie crociate (anche contri gli eretici – e i Valdesi ne sanno qualcosa!), poi le civiltà annientate con decine di milioni di indigeni liquidati dai cristiani che scopersero il Nuovo mondo, le streghe messe sui roghi, fino alla Shoah, al genocidio del Rwanda dei 25 anni fa, con gravissime implicazioni del clero cattolico in quella terra. E ancora, la stragi di suprematisti bianchi come quella di Utoya del norvegese Breivik o quella di Oklahoma City. O quella del marzo scorso, nelle moschee di Christchurch in Australia…
Per provare a fare un piccolissimo gesto di apertura, non aspettiamo che vi sia reciprocità in tutte le aree del mondo, né, da parte nostra, siamo disposti a tornare indietro di secoli. Non crediamo alla scontro fra civiltà né vogliamo parteciparvi se qualcuno vi aspira. A costo di essere irrisi, proviamo un’altra strada, con umiltà. Quella di riconoscerci sorelle e fratelli in umanità. Grazie per la pazienza.
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Domenica 5 maggio: colletta per la FGEI
Roma (NEV/Riforma.it) 30 aprile 2019 – All’interno del calendario di collette speciali fissato ogni anno dalla Tavola valdese, domenica 5 maggio è dedicata alle attività della FGEI, Federazione giovanile evangelica in Italia, che quest’anno compie cinquant’anni.
Nata nel 1969 dall’unione fra le tre organizzazioni giovanili del mondo valdese, metodista e battista: Federazione unioni valdesi, Gioventù evangelica metodista e Movimento giovani battisti, nel corso dei decenni la FGEI ha affrontato diversi temi, dal rapporto tra fede e politica (centrale alle sue origini, e tornato recentemente al centro della riflessione, come abbiamo avuto modo di discutere con l’attuale segretaria, Annapaola Carbonatto, nell’intervista dopo la sua elezione), la spiritualità, le tematiche di genere, l’inclusione, l’impegno e la testimonianza nel mondo di oggi.
Il 5 maggio nelle chiese battiste, metodiste e valdesi italiane, i giovani e le giovani della Federazione organizzeranno e cureranno il culto e le collette saranno destinate alle attività della Federazione.
Il tema scelto quest’anno si collega all’attuale contesto politico e mediatico italiano e alla chiamata a un rinnovato impegno politico, giunta dall’ultimo Congresso (tenutosi al Centro Ecumene dal 6 al 9 dicembre 2018). Per questa occasione sono stati preparati e messi a disposizione alcuni materiali: la scheda culto, preparata dalla pastora Silvia Rapisarda, responsabile delle chiese battista (v. Capuana) e valdese di Catania, e la scheda animazione è curata dalla diacona Nataly Plavan, che attualmente opera in Puglia nella chiesa valdese di Cerignola e nel Centro sociale.
Queste piste di lettura aiuteranno a riflettere sul tema della paura, del delicato equilibrio della paura nello spazio pubblico, discutendo anche del binomio fede e paura.
Per contatti e informazioni si può scrivere a segreteria.fgei@gmail.com.
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XII assise della Federazione delle donne evangeliche
Venerdì 29 marzo: tavola rotonda con Elly Schlein, Letizia Tomassone, Francesca Koch a Roma. Sabato 30 e domenica 31, a partire dalle ore 9, l’appuntamento è in via degli Apuli 41 per i lavori congressuali, introdotti ogni mattina da un culto.
Da: Riforma.it 29 marzo
“Come in cielo cosi in terra” (Matteo 21:1) è il testo del vangelo che ispirerà il XII Congresso nazionale della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) che apre i battenti oggi 29 marzo.
«Questa espressione contenuta nel Padre nostro» spiega Dora Bognandi, presidente uscente della Federazione «ci invita a non lasciarci trasportare da sentimenti che non sono finalizzati al bene. Ci esorta piuttosto a guardare da una prospettiva più elevata di quella terrena per poter contribuire con maggiore efficacia a migliorare la realtà».
Donne valdesi, metodiste, luterane, battiste, avventiste, dell’Esercito della Salvezza e riformate del Ticino si incontreranno da oggi fino al 31 marzo a Roma, per riflettere e discutere su come operare concretamente nei prossimi anni. Molte sono delegate dei vari gruppi, movimenti e unioni femminili, e saranno chiamate a elaborare le direttive del prossimo quadriennio, eleggeranno anche il nuovo direttivo della Federazione che le attuerà.
«Nel tema del Congresso, "Donne evangeliche in una società in cerca di orientamento e speranza", abbiamo voluto mettere l’accento sulla peculiarità della Fdei, formata da donne di fede evangelica che si ispirano al vangelo e che operano in una società in cui sta cambiando tutto” aggiunge D. Bognandi “Ci siamo chieste quale può essere il nostro apporto in questa società in cerca di orientamento e speranza. Per rispondere ci ispiriamo a Gesù, che è il nostro punto fermo, e ai vangeli, per cercare dei valori ‘alti’ da attuare poi nella società».
L’impegno nei quattro anni
La presidente uscente ricorda anche l’impegno della Fdei nel quadriennio appena trascorso: i 40 anni della Federazione (2016), la partecipazione attiva agli eventi per i 500 anni della Riforma protestante (2017), agli anniversari del 2018, tra cui i 70 anni della Costituzione italiana e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, i 50 anni del ’68 e altre ricorrenze.
«In questa cornice» afferma D. Bognandi «ci siamo dedicate ai diritti umani e, soprattutto, a quelli delle donne; abbiamo anche allestito una mostra promossa dalle donne evangeliche, abbiamo organizzato incontri regionali e nazionali anche in sedi istituzionali come la Camera e il Senato. Abbiamo lanciato petizioni, raccogliendo firme poi consegnate alla Presidente della Camera, petizioni firmate anche da uomini che si impegnavano a lavorare per una società più equilibrata. Insomma abbiamo cercato di dare il nostro contributo per ridare dignità alla donna e per aiutare gli uomini a non lasciarsi contagiare dalla cultura corrente, ma a rispettare la dignità femminile».
La tavola rotonda
Il XII Congresso si aprirà oggi 29 marzo, alle ore 17, presso la chiesa metodista di Roma, in via XX Settembre (angolo via Firenze), con una tavola rotonda dal titolo “Giustizia di genere, diritti di tutte e tutti. Il contributo delle donne in una società in cerca di orientamento e speranza”
L’incontro, coordinato da Gianna Urizio, sarà animato dagli interventi dell’on. Elly Schlein, eurodeputata italiana; Letizia Tommassone, pastora e teologa; Francesca Koch, Presidente della Casa internazionale delle Donne a Roma. Le relatrici daranno gli input per il dibattito che seguirà. Il programma si concluderà con un breve spettacolo teatrale dal titolo “Quattro donne di raccontano”, di e con Fiammetta Gullo, e un aperitivo conviviale offerto dalla comunità.
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Nasce l’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne
Roma (NEV), 25 febbraio 2019 – Verrà costituito ufficialmente giovedì 14 marzo a Bologna il primo Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne.
22 donne di diverse tradizioni religiose (cristiane protestanti -luterana, metodista, valdese, battista, avventista, pentecostale-, cattoliche, ortodosse, ebraiche, islamiche, induiste, buddhiste) hanno redatto un Protocollo d’intesa che si concretizzerà in iniziative culturali, di sensibilizzazione e vigilanza sul tema della violenza contro le donne. Fra loro, anche Dora Bognandi, avventista, presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI).
L’idea viene da lontano. Il 9 marzo 2015, rappresentanti di dieci denominazioni cristiane firmarono in Senato un Appello ecumenico contro la violenza sulle donne. “Un atto di responsabilità, promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), mosso dalla considerazione che la violenza sulle donne è un gesto contro ogni essere umano e contro Dio stesso. E dalla convinzione che le comunità cristiane devono impegnarsi a promuovere anche al loro interno un’educazione che liberi i maschi dalla spinta a commettere violenza sulle donne e sostenga la dignità, i diritti e il ruolo delle donne in ogni ambito della vita, privato e pubblico” si legge nel comunicato dei promotori.
Rilanciati nelle giornate delle Tavole rotonde interreligiose a Bologna tra il 2016 e il 2018, i temi dell’Appello sono rimasti vivi e, grazie al lavoro di Paola Cavallari, responsabile del Segretariato attività ecumeniche (SAE) bolognese, hanno trovato ulteriore spinta nella promozione di questo nuovo organismo di respiro nazionale, “finalizzato al dialogo interreligioso e interculturale, al confronto, all’educazione di genere, alla pratica e alla presa di parola di donne e uomini sul problema della violenza sulle donne, che non è un’emergenza, ma un problema strutturale”.
Appuntamento giovedì 14 marzo a Bologna alla Fondazione di Scienze religiose Giovanni XXIII (via san Vitale, 114). Alle 15 si svolgerà l’assemblea del gruppo costituente; seguiranno la firma del Protocollo d’intesa e una conferenza stampa.
Per informazioni: Paola Cavallari: tel. 3280027288
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#AbuDhabi. 500 leader religiosi in dialogo
Presente anche il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese Olav Fykse Tveit: “Le religioni, antidoto contro il razzismo”
Per scaricare il documento sulla fratellanza umana, vai al sito www.humanfraternitymeeting.com
Roma (NEV), 4 febbraio 2019 – Si chiude oggi la Global conference of human fraternity, conferenza interreligiosa internazionale ad Abu-Dhabi, negli Emirati arabi uniti. Organizzata dal Consiglio musulmano degli anziani nell’ambito dell’Anno internazionale della Moderazione, ha visto la partecipazione di autorità religiose da tutto il mondo, fra cui il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) Olav Fykse Tveit.
Le religioni devono essere “l’antidoto all’odio e in particolar modo al flagello del razzismo – ha dichiarato Tveit –. L’influenza malvagia del razzismo nel mondo di oggi ci sfida, qualunque sia la nostra fede, a mettere in pratica l’insegnamento d’amore ricevuto: quello di amare tutte le nostre sorelle e fratelli umani e di cercare, per loro, la giustizia e la pace”. Tveit ha inoltre citato i genocidi del XX secolo mettendo in guardia dal pericolo di un ritorno dell’odio e ha rimarcato il valore della diversità, importante “per la promozione della libertà di religione e di credo, per le azioni di solidarietà, da applicare anche tra le diverse comunità religiose. Serve una nuova narrazione comunitaria e un nuovo ‘patto sociale’; anche in Medio Oriente, culla delle nostre tre religioni abramitiche. Sappiamo che le convinzioni religiose possono motivare forti emozioni, tra queste anche l’aggressività, l’odio, persino la violenza verso gli altri – ha concluso –. È dunque una nostra responsabilità riflettere, diffondere, proprio come uno specchio quando riflette la luce, l’amore di Dio per l’umanità”.
Al meeting interreligioso sono intervenute autorità cristiane ortodosse, orientali e protestanti, fra cui papa Francesco (primo pontefice a recarsi nella penisola araba) e il Grand Imam di Al Azhar Al Tayyeb, il Ministro della Tolleranza degli Emirati arabi uniti Sheikh Nahyan bin Mubarak Al Nahyan, il rabbino capo di Polonia Michael Schudriche e delegazioni islamiche da Ucraina, Algeria, Libano, Mauritania, Tunisia, Azerbaijan, Kazakhstan, Malesia, Indonesia, Bosnia, Albania, Kosovo, Croazia, Russia, India e Pakistan. Dall’Italia il rappresentante musulmano è stato il presidente della Comunità religiosa islamica italiana (COREIS), Imam Yahya Pallavicini.
Definito come un evento storico, che per la prima volta ha riunito così tante personalità religiose nel mondo arabo, la conferenza conta decine di workshop e relatori di religioni diverse, 500 partecipanti e numerosi temi trattati: principi di fraternità umana, nozione di cittadinanza, lotta all’estremismo, promozione del dialogo, difesa dei diritti degli oppressi e dei perseguitati, questioni morali e religiose, individualismo e materialismo, fanatismo religioso ed etnico, pace globale, responsabilità delle organizzazioni internazionali, umanitarie, delle istituzioni educative, culturali e dei media nella costruzione e diffusione della fratellanza, ruolo dei giovani.
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Dialogo inter-religioso
Per scaricare la scheda: "Nove diritti nei percorsi di fine-vita", vai alla sezione Documenti
Roma (NEV), 5 febbraio 2019 – “È significativo per noi protestanti aver firmato questo ‘Manifesto interreligioso dei diritti nei percorsi di fine vita’ proprio nel mese di febbraio, alla vigilia della festa della libertà con cui ricordiamo il riconoscimento dei diritti civili e politici ai valdesi da parte del re Carlo Alberto, concessi il 17 febbraio 1848, 171 anni fa” con queste parole commenta la giornata di oggi il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Luca Maria Negro, tra i 18 firmatari del Manifesto presentato oggi in una cerimonia ufficiale nel Salone del Commendatore presso Santo Spirito in Sassia, a Roma.
“Come protestanti italiani crediamo che libertà e responsabilità siano due concetti inscindibili, pertanto il dialogo con le istituzioni e con le altre confessioni e religioni è un punto di partenza non solo sui temi bioetici, come in questo caso, ma anche in generale su questioni più ampie – ha continuato Negro –. Stiamo ancora aspettando una legge quadro sulla libertà religiosa in Italia e pensiamo che proprio a partire dal rispetto delle diverse fedi possiamo dare un contributo importante alla società”.
Il Manifesto, che ha visto collaborare protestanti, cattolici, ortodossi, ebrei, musulmani, buddisti e induisti, definisce nove diritti fondamentali e garantisce, oltre alle cure, il rispetto della dignità e il supporto religioso e spirituale per chi si trova nella fase finale della vita in strutture sanitarie: “Un lavoro importante frutto di una particolare sensibilità nei confronti del dialogo interreligioso in ambito sanitario, volto a creare un percorso che porti a impegni concreti” si legge nella nota stampa diramata oggi, che sottolinea il documento come “punto di arrivo di un percorso pienamente condiviso che rende possibile la trasformazione dei nove diritti in procedure operative”.
Le confessioni religiose hanno sottoscritto il testo, promosso dal Tavolo Interreligioso di Roma insieme alla Asl Roma 1 e al Gemelli medical center (GMC) – Università Cattolica del Sacro Cuore, in una data che si colloca all’interno della Settimana mondiale dell’armonia interreligiosa promossa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ha portato un saluto durante la cerimonia anche la Ministra della Salute, Giulia Grillo.
Per rendere operativo il Manifesto ed elaborare delle Linee guida applicative su alimentazione, cura spirituale, trattamento del corpo nella malattia e nei riti pre e post mortem, è operativo un Tavolo interreligioso di cui fa parte, per la FCEI, il pastore Herbert Anders.
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Roma (NEV), 1 febbraio 2019 – Martedì 5 febbraio alle ore 10 a Roma avrà luogo la cerimonia di firma del “Manifesto interreligioso dei diritti nei percorsi di fine vita”, a conclusione di un iter che ha visto collaborare protestanti, cattolici, ortodossi, ebrei, musulmani, buddisti e induisti, in uno spirito di dialogo e cooperazione.
Per la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) firmerà il documento il presidente, pastore Luca Maria Negro, che ha dichiarato: “Questo è un passo avanti nel dialogo e nella vicinanza alle persone che soffrono, malati e familiari. Come protestanti italiani abbiamo riflettuto per anni su questo tema molto delicato. L’anno scorso siamo giunti alla ricezione del documento sul fine vita curato dalla Commissione bioetica da parte del Sinodo valdese e metodista, con approvazione all’unanimità anche da parte dell’Assemblea battista, come autorevole orientamento di pensiero offerto ai singoli e alle chiese – e ha concluso –. Siamo lieti di iniziare un percorso comune di riflessione e approfondimento anche con le altre confessioni e religioni”.
Il Manifesto, promosso dalla ASL Roma 1 insieme al Tavolo interreligioso di Roma e al Gemelli medical center (GMC) Università cattolica del Sacro Cuore, “definisce i diritti della persona morente da realizzare nelle strutture sanitarie per garantire, oltre alle cure, il rispetto della dignità e il supporto religioso e spirituale”, si legge nella presentazione dell’iniziativa. Non tanto un generico riconoscimento di diritti, quanto un percorso condiviso di procedure operative in ambito sanitario, nel rispetto delle diverse sensibilità religiose, insomma un “modello di accoglienza, sostegno e rispetto della fede di tutti, replicabile in altre realtà sanitarie”.
Nel pomeriggio, è previsto un tavolo di lavoro ristretto a cui parteciperanno esperti operanti nell’ambito sanitario e/o religioso per rendere operativo il Manifesto, individuando punti specifici per l’elaborazione delle Linee guida applicative su argomenti quali l’alimentazione, la cura spirituale, il trattamento del corpo nella malattia e nei riti pre e post mortem. Per la FCEI parteciperà il pastore Herbert Anders.
Hanno contribuito al progetto: Centro culturale islamico d’Italia, Conferenza episcopale italiana, Diocesi romena in Italia, Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Hospice Villa Speranza – Università cattolica del Sacro Cuore, Istituto buddista Soka Gakkai, Unione buddhista italiana, Unione delle comunità ebraiche italiane, Unione induista italiana, Unione italiana chiese cristiane avventiste del settimo giorno, Vicariato di Roma, con il sostegno di Associazione volontari ospedalieri (AVO), Centro di servizio per il Volontariato (CSV Lazio), Cittadinanzattiva – Tribunale per i Diritti del Malato.
Appuntamento presso il Salone del Commendatore – Complesso monumentale ospedale Santo Spirito, via S. Spirito 3.
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La Giunta del Coordinamento Opere Valli, in accordo con la Direzione, ed i/le Responsabili di struttura e servizio, ha deciso di aderire all’autoconvocazione spontanea del 2 Febbraio 2019 - Ore 14 denominata “L’Italia che resiste”. La manifestazione è stata indetta da cittadini e associazioni impegnati nel sociale e ha lo scopo di dare vita ad una catena umana, attorno a tutti gli edifici di tutti i Comuni Italiani, che manifesti il dissenso nei confronti di politiche migratorie improntate alla negazione del diritto alla cittadinanza.
È online il nuovo sito del Servizio migranti e rifugiati della Diaconia valdese:
https://migranti.diaconiavaldese.org/
Nel corso dell’ultimo Sinodo della Chiesa Valdese e Metodista è stato sottoscritto il “Manifesto per l’accoglienza” nel quale in 7 punti si ribadisce:
1. la falsa contrapposizione tra accoglienza degli immigrati e bisogni degli italiani;
2. la buona pratica dei corridoi umanitari;
3. l’invito allo scambio interculturale nel quadro dei principi della Costituzione;
4. il rifiuto di politiche italiane o europee di chiusura delle frontiere;
5. l’invito ad un uso del linguaggio che sia rispettoso della dignità delle persone che migrano;
6. la denuncia dell’esasperazione del dibattito pubblico sul tema delle migrazioni;
7. l’invito alle Chiese d’Europa, evangeliche e non, a promuovere accoglienza concreta e politiche inclusive.
Il nostro lavoro quotidiano si svolge al fianco degli ultimi, di chi per vari motivi è fragile o vulnerabile, e il nostro obiettivo principale è rimuovere gli ostacoli che
isolano ed escludono le persone. Ci è sembrato pertanto doverosa questa adesione.
Vi informiamo che al momento i Comuni dove si svolgeranno presidi spontanei di cittadini nella regione Piemonte sono: Torino, Alba, Alpignano, Avigliana, Beinasco,
Biella, Borgomanero, Cumiana, Bra, Bussoleno, Brandizzo, Casale Monferrato, Cavour, Chieri, Cuneo, Domodossola, Giaveno, Ivrea, Fossano, Gassino, Galliate,
Luserna San Giovanni, La Loggia, Mathi, Mondovì, Moncalieri, None, Omegna, Novara, Orbassano, Pinerolo, Piobesi, Piossasco, Rivoli, Saluzzo, Savigliano, Torre Pellice, Settimo, Trofarello, Vaie, Volpiano, Vercelli, Verbania, Vinovo.
La Giunta del Coordinamento Opere Valli
Clara Bounous (Asilo dei Vecchi)
Giovanni Comba (Commissione Sinodale per la Diaconia)
Marco Armand Hugon (Adulti e Territorio; Giovani e Territorio)
Victoria Munsey (Commissione Sinodale per la Diaconia)
Monica Sappé (Rifugio Re Carlo Alberto)
Rosella Tagliero (Uliveto; Bum)
Anita Tron (Casa delle Diaconesse)
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Restiamo umani
Restiamo umani. Appello di cristiani, cattolici ed evangelici sui migranti
Nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, cattolici ed evangelici lanciano un appello comune: “Sull’immigrazione si deve cambiare linguaggio e intervenire: salvare chi è in pericolo, ampliare i corridoi umanitari, aprire nuove vie di ingresso regolare”
Roma (NEV/CS07), 22 gennaio 2019 – In occasione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, cattolici e protestanti italiani lanciano un appello comune perché si continui a vivere uno spirito di umanità e di solidarietà nei confronti dei migranti. Se per tutti è un dovere nei confronti di chi abbandona il proprio Paese rischiando la vita nel deserto e nel mare, per i cristiani si tratta di un obbligo morale. È per questo che, durante la settimana dedicata all’unità dei cristiani, che viene osservata in questi giorni (18-25 gennaio) in tutto il mondo, abbiamo sentito la necessità di unire le nostre voci, così come insieme abbiamo lavorato in tante occasioni nel campo dell’immigrazione, permettendo la realizzazione dei primi corridoi umanitari, avviati da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Tavola Valdese, Cei e Caritas italiana.
Per continuare a leggere: https://www.nev.it/nev/2019/01/22/restiamo-umani-appello-di-cristiani-cattolici-ed-evangelici-sui-migranti/
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Dialogo tra chiese e Unione europea
Roma (NEV), 29 gennaio 2019 – Una delegazione di chiese europee si è incontrata a Bucarest, il 28 gennaio 2019, con Teodor-Viorel Mele?canu, ministro degli Affari esteri della Romania, per uno scambio di opinioni sulle priorità della presidenza rumena del Consiglio dell’Unione europea (UE).
La delegazione era composta da rappresentanti della Commissione delle conferenze episcopali dell’Unione europea (COMECE), della Conferenza delle chiese europee (KEK) e del Comitato dei rappresentanti delle Chiese ortodosse dell’Unione europea (CROCEU), che hanno condiviso le loro opinioni su quattro priorità della presidenza rumena: 1) Europa della convergenza; 2) Un’Europa più sicura; 3) Europa, come attore globale più forte; 4) Europa dei valori comuni.
La Romania sta svolgendo la presidenza dell’UE in un momento di cambiamenti che incidono sul futuro istituzionale dell’UE e sulle vite di milioni di persone che vivono nella zona.
Per continuare a leggere: http://www.nev.it/nev/2019/01/29/dialogo-tra-chiese-e-unione-europea/
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Le sfide da accogliere per provare a dirci cristiani
di Gianni Genre, su www.chiesavaldese.oreg
Dal 18 gennaio prende il via la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Torre Pellice, 16 Gennaio 2019
Non è difficile raccogliere il sentire di coloro che, con il consueto atteggiamento che oscilla tra il disincanto e il cinismo spacciato per realismo, diranno che le iniziative relative alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC) sono del tutto formali, inutili, ripetitive.
Sono le voci di chi guarda a questi incontri e riflessioni senza utilizzare la facoltà della memoria. Senza vedere cosa sia accaduto in questi ultimi centoundici anni, da quando la SPUC nacque in ambito protestante.
Il pinerolese, da questo punto di vista, è stato e rimane un osservatorio particolare per comprendere quanto cammino sia stato fatto, pur riconoscendo, subito, che un lungo cammino ancora ci attende. Cammino da fare nella consapevolezza che l’ecumenismo è opera dello Spirito di Dio prima che iniziativa nostra e che, per questa ragione, non può essere interrotto, malgrado noi e la mancanza di visione che sembra spesso abitare le diverse chiese.
Per continuare a leggere: http://www.chiesavaldese.org/aria_articles.php?ref=692
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Domenica della CEVAA Comunità di chiese in Missione
La prossima domenica, 20 gennaio, le collette raccolte durante i culti nelle chiese metodiste e valdesi andranno a sostenere l’azione delle chiese della CEVAA in molti paesi del mondo, anche attraverso i fondi otto per mille della Tavola valdese. La CEVAA «Comunità di chiese in missione» (creata nel 1971 a Parigi, proseguendo il lavoro della Società delle Missioni) è una comunità interculturale di chiese che si sostengono reciprocamente nella fedeltà all’Evangelo attraverso il confronto tra le specificità di ciascuna di esse. In altre parole, la Cevaa è un ambito nel quale le diversità culturali si lasciano interrogare le une dalle altre, e tutte insieme dall’alterità della parola di Dio.
La Cevaa riunisce 35 chiese protestanti in 24 paesi e quattro continenti, chiese molto diverse tra loro, alcune di maggioranza, altre molto piccole, e di diverse denominazioni: luterane, riformate, metodiste, battiste. Tra queste, la Chiesa Valdese-Unione delle chiese metodiste e valdesi in Italia, ne è una delle fondatrici.
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LIBRI E LETTURE
D’Auria Deborah, Natale, illustrazioni di Silvia Gastaldi, Claudiana, Torino 2018. Rivolto alle bambine e ai bambini dai 5 agli 11 anni e dedicato al mondo della Bibbia, il set di quattro mappe bibliche pieghevoli (Natale, Pasqua, Dalla tenda al Tempio, A spasso con Gesù) cornici tematiche e stickers riposizionabili, si pone come utile strumento didattico e interattivo in grado di integrare volumi quali Racconta la Bibbia ai tuoi ragazzi e Navigare nella Bibbia. Ogni mappa è introdotta da un commento biblico e metodologico di supporto agli adulti che utilizzeranno le cartine con i bambini.
Calendario Valli Nostre, le 12 immagini del calendario Valli Valdesi 2019 sono di Andrea e Daniele Vinti. Ogni mese è arricchito da un versetto biblico.??Il calendario è dedicato a Mediterranean Hope (MH), un progetto a favore dei migranti promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e finanziato dall’otto per mille della Chiesa evangelica valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi). I testi sono curati da Marta Bernardini.? Con un messaggio del Moderatore per il 2019.?
Un giorno una parola 2019, con testi di Paolo Ricca, Claudiana, Torino 2018.? Le famose Losungen, testi biblici e meditazioni giornaliere, preparate ogni anno, a partire dal 1731, dalla Chiesa evangelica dei Fratelli Moravi (Unità dei Fratelli di Herrnhut). La presente edizione, tradotta e adattata per il lettore italiano, è la 289a.
Piero Jahier, Con me e con gli alpini, Claudiana, Torino 2018. È il diario dell’addestramento, nel Bellunese, di due gruppi di alpini tra fine febbraio e giugno del 1916, quando i soldati partono per il fronte, lasciando solo il loro addestratore, il tenente Jahier. L’opera intende “raccontare” (ma anche “cantare” e “argomentare”) la bellezza del rapporto che si instaura fra il superiore e i suoi soldati, la scoperta di una realtà montana più sana e degna di quella cittadina. E tuttavia molti altri sono i motivi d’interesse: innanzitutto i riferimenti a una fede, valdese e protestante, che solo nella prima edizione Jahier si sente di esibire a chiare lettere, suggerendo una continuità fra la tradizione delle Valli e quella dei soldati italiani di montagna.
Daniel Marguerat, La preghiera salverà il mondo, Claudiana, Torino, 2018. Più che in altre epoche, per Daniel Marguerat oggi è indispensabile ritagliare con regolarità spazi di meditazione dalla vita frenetica che conduciamo, concentrarsi su di sé e porsi davanti a Dio. Pregare non è, infatti, tanto parlare a Dio, quanto essere, stare di fronte a lui, lasciando, come mostrano le neuroscienze, che la preghiera ci trasformi interiormente.
Paolo Ricca, Dell’aldilà e dall’aldilà, Claudiana, Torino 2018. «Ha senso parlare dell’aldilà, sapendo di non saperne nulla? Fin dall’antichità più remota sono state formulate sull’argomento molte teorie, tutte ipotetiche, alcune, forse, più plausibili, altre meno, che meritano di essere conosciute prima di venire eventualmente scartate. Il fatto incontestabile che non ci siano certezze (a prescindere, per un momento, da quelle della fede) non impedisce di ritenere che qualcosa, pur non essendo certo, sia possibile, a cominciare dall’esistenza di un aldilà, nel senso di una vita oltre la morte. Non ci sono prove che un aldilà o la vita oltre la morte esistano, ma neppure che non esistano. L’aldilà non è certo, ma è possibile».?
Brueggemann Walter, Le grandi preghiere dell’Antico Testamento, Claudiana, Torino, 2018. ?La preghiera – scrive l’Autore – è una pratica comune e ricorrente attraverso cui l’umano si protende verso Dio, riconoscendo insieme alla comunità di essere penultimi e ponendosi in dialogo con Colui che diventa appena accessibile nell’invocazione. Il libro offre un itinerario con dodici preghiere dell’Antico Testamento e consente di scoprire, attraverso la competenza del grande studioso in modo comprensibile ed accessibile, l’amorevolezza di un Dio che è sempre in ascolto.
Dix Gioele, La Bibbia ha (quasi) sempre ragione, Claudiana, Torino, 2018. Scrive l’Autore: “Per chiunque – presto o tardi – Dio è il problema. Per quel che mi riguarda, considero il problema parzialmente irrisolto. È come un cantiere aperto, i lavori sono ancora in corso e la data di consegna continua a slittare. Non ho dubbi sull’esistenza di Dio, ma cerco Sue tracce più chiare nella mia, di esistenza”. Il libro è una riedizione con due nuovi capitoli: “Siamo tutti sulla stessa arca”, dedicato a Noè, e “Appunti per una terza edizione” che contiene frammenti, spunti, riflessioni raccolti in questi anni su personaggi e avvenimenti sparsi nel grande oceano biblico.
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«Dalle Valli a Ginevra. Un gruppo di giovani sulle tracce del primo esilio dei Valdesi»
È appena stato pubblicato il libro “Storia mondiale dell’Italia” (Laterza 2017), un poderoso volume a cui hanno partecipato tanti storici e storiche, sotto la guida di Andrea Giardina che ne è il curatore. Nella bella introduzione si riflette sui concetti di “radici”, una metafora pericolosa perché dal sapore razzista, e di “eredità”, un termine che rischia di essere passivo e di incoraggiare solo la conservazione di ciò che è comunemente definito il patrimonio culturale. Piuttosto, si auspica un interesse e una curiosità attive nei confronti del passato per ripercorrerne le tracce e interrogarsi sulle questioni del presente, soprattutto da parte delle giovani generazioni. Sono molte le voci contenute in questo bel libro che allargano l’orizzonte e restituiscono un sapore particolare alla storia attraverso le storie e i racconti anche dimenticati o poco conosciuti, conferendo alla cultura ed identità italiane una caratteristica caleidoscopica che si è arricchita di tante contaminazioni, scambi, movimenti.
Alcune di queste voci marcano anche la storia del protestantesimo che è un tassello fondamentale per la storia a livello europeo e mondiale e, in particolare, nel capitolo “Rifugiati” si parla dell’esilio e del glorioso ripatrio dei valdesi (1687-89).
Per approfondire questo tema, quest’anno la Società di Studi Valdesi propone l’Opuscolo del XVII febbraio 2018. Dalla circolare della Tavola valdese, dicembre 2017 si legge:
«Dalle Valli a Ginevra. Un gruppo di giovani sulle tracce del primo esilio dei Valdesi», con 6 illustrazioni nel testo e 16 foto a colori, questo è il titolo della pubblicazione, edita dall'editrice Claudiana, nell'ambito delle monografie realizzate dalla Società di studi valdesi che uscirà per il 17 febbraio 2018 e che è già fin d'ora prenotabile presso la stessa Società.
Il gruppo giovani di Pinerolo, che ha curato l'opuscolo 2018, si è costituito presso la Chiesa evangelica valdese nell'ottobre del 2015. Aperto a giovani di diversa provenienza, dopo un anno di preparazione, ha percorso a piedi, nell'estate 2017, l'itinerario culturale europeo «Sulle strade dei valdesi» (www.lestradedeivaldesi.it), riconosciuto dal Consiglio d'Europa.
Nell'opuscolo si presenta la storia dell'esilio valdese del 1687, il progetto dei giovani e si coglie anche l'occasione per riflettere sul senso della storia per le giovani generazioni, per raccontare un'esperienza comunitaria attraverso le pagine di un “diario di viaggio” con illustrazioni e immagini a colori e per testimoniare l'esilio, la migrazione forzata, la speranza di una nuova vita, attraverso la narrazione teatrale (il testo è completamente riprodotto) che il gruppo ha scritto e rappresentato in diverse occasioni nel corso del viaggio sulla “via dell'esilio”. Il passaggio alle migrazioni contemporanee è presente nell'opuscolo in alcune pagine rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, alle scuole domenicali e ai gruppi giovanili con schede per il lavoro di gruppo e suggerimenti di libri, letture, graphic novel, film, video, siti internet per approfondire il tema.
Interventi di: Paola Schellenbaum, Davide Rosso, Gruppo giovani di Pinerolo.
?Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla Società di studi valdesi segreteria@studivaldesi.org.
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Esiste un'unica razza, ed è quella umana
di Paola Schellenbaum - Riforma.it - 22 gennaio 2018
Tre libri per chiararsi le idee su un concetto abusato e fuorviante
Tutto avremmo sperato, fuorché ricordare il Settantesimo della Costituzione attraverso la recente dichiarazione del candidato di centro-destra alle elezioni regionali in Lombardia, Attilio Fontana, che ha parlato di «razza bianca», in riferimento alla questione migratoria, e che per difendersi il giorno dopo ha tirato in ballo la Costituzione. È davvero scandaloso come trovata per far parlare di sé, invelenendo il dibattito e creando una confusione di cui davvero non c’era bisogno.
Vi sono diversi problemi. Il primo e più evidente è l’ennesimo tentativo di strumentalizzare a fini elettorali il fenomeno migratorio per scatenare ondate di rifiuto e di paura rispetto non più all’invasione ma a qualcosa di più profondo, ossia il meticciato generato dall’inclusione, la mescolanza di sangue e di geni, fino ad arrivare a ipotizzare la perdita di identità nazionale a causa appunto del massiccio arrivo di stranieri. Che, detto per inciso, fanno più figli degli italiani e assistono i nostri anziani. Discorsi da bar, eppure ce li sentiamo ripetere in Tv e sui giornali. E allora è davvero necessario trovare buone letture.
È appena uscito un bel libro, Storia mondiale dell’Italia (Laterza 2017), che pagina dopo pagina – ne contiene circa 800 ma può essere letto anche in modo frammentario – documenta come invece l’identità italiana sia proprio frutto della mescolanza e dell’incontro di popoli e culture diverse e che utilizzare termini come «radici» rinvia a un discorso razzista che infatti avvertiamo dilagare nella nostra società. Ripercorrere tanti eventi in un’ottica mondiale significa dunque mettere in risalto proprio questi incontri che hanno lasciato traccia nella cultura, nell’arte, nell’economia e nella società. È una storia sorprendente che può arricchire il discorso comune per contrastare quanto di più velenoso vi sia nel discorso pubblico: il tema della razza.
Secondo aspetto, i termini hanno una storia, e diverse lingue utilizzano parole diverse per rendere concetti simili. Anche questo aiuta a relativizzare: la parola razza ha tantissimi significati e dipende dal contesto della frase. Così nella lingua inglese esiste il termine race ancora in uso, che si utilizza anche quando ci si voglia riferire alle relazioni tra persone diverse, e si parla di race relations con un accento sugli aspetti biologici; ma questo termine è anche affiancato da un altro, ethnicity e dal conseguente interethnic relations quando si voglia mettere l’accento sull’interazione delle differenze culturali e sociali che sono al tempo stesso una barriera ma anche un’occasione di confronto e di condivisione. Insomma, una pluralità di espressioni per rendere la complessità dell’intercultura, anche se le scienze sociali hanno da tempo confutato l’esistenza di razze umane. Le differenze umane sono cioè più ampie di quelle che possono essere espresse con il termine «razza»: non è possibile definire dei gruppi umani biologicamente differenti.
Nel 1952 l’antropologo Lévi Strauss scrisse un piccolo libro intitolato Razza e storia (Einaudi 2002), che può considerarsi un manifesto antirazzista nelle cui pagine si analizzavano le difficoltà che derivano dall’etnocentrismo e dai pregiudizi che spesso offuscano la dignità di ogni essere umano e di ogni cultura: esiste una sola razza ed è quella umana. Vi fu discussione quando uscì, vorremmo che se ne continuasse a discutere proprio per sviluppare quegli anticorpi che sembrano sempre più necessari.
Recentemente, un libro frutto della collaborazione di diversi studiosi, Contro il razzismo (Einaudi 2016) ha messo in evidenza quanto sia pericoloso parlare di razze e quanto la riflessione scientifica incoraggi una revisione critica nella genetica, nell’antropologia, nell’analisi linguistica, nella violenza istituzionale. Il dibattito tra gli studiosi ha anche ipotizzato di modificare la Costituzione laddove si cita la parola «razza» in quell’articolo 3 che è contro la discriminazione.
Il «Manifesto della razza» che introdusse le leggi razziali fasciste venne scritto ottant’anni fa, un testo aberrante, contro il quale i costituenti presero una posizione netta. A pensarci bene, sostituire quel termine nella Costituzione ci renderebbe la memoria corta e sarebbe meno efficace in un paese dove quella parola circola ancora a sproposito. Occorre sempre e di nuovo prendere posizione contro la discriminazione razziale per affermare valori di giustizia, libertà e eguaglianza. E sperare che nella prossima legislatura si possa approvare lo ius soli et culturae.
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Oltre i pregiudizi, contro tutte le discriminazioni. Una campagna finanziata dall’otto per mille della Chiesa valdese per costruire un immaginario positivo della diversità
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