culto
Culto domenicale, ore 10 entrata in via Diaz
Nonostante diverse accentuazioni dottrinali rispetto alle chiese cattoliche e ortodosse, il culto evangelico nella sua struttura corrisponde all’antica prassi delle prime comunità cristiane, le cui tracce sono tuttora visibili nelle liturgie di tutte le chiese (ad esempio, liturgia della parola e liturgia eucaristica nelle messe cattoliche).
A parte le complesse differenze nell’interpretazione dell’eucaristia, la discordanza fondamentale è che nel culto evangelico non può mancare la predicazione, mentre nella messa cattolica non può mancare la parte eucaristica, intesa come centro della liturgia.
La predicazione della Parola di Dio è infatti il centro e la base di tutto il culto.
La struttura del culto, basata sull’alternarsi delle letture bibliche, del canto e delle preghiere può essere suddivisa in seguenti sezioni:
- l’apertura
- la confessione del peccato
- la lettura della Bibbia
- la predicazione
- la confessione di fede
- la preghiera d'intercessione
- la chiusura con la benedizione finale.
La Cena del Signore è celebrata solo in alcune occasioni. In linea di principio è la comunità stessa che decide la frequenza della sua celebrazione che può variare da quattro volte all’anno fino alla frequenza mensile. Nell’ordine del culto la Cena del Signore s’inserisce tra la confessione di fede e la l'intercessione. Le sue principali parti sono:
- il racconto della sua istituzione tratto dal Nuovo Testamento
- preghiera di ringraziamento (dal verbo greco eucharisteo deriva il nome "eucaristia" usato nelle chiese cattoliche e ortodosse)
- invocazione dello Spirito santo
- la frazione del pane e la benedizione del calice del vino
- la distribuzione del pane e del vino alle persone partecipanti.
Anche in questo caso qualunque persona chiamata dalla comunità può presiedere la celebrazione della Cena del Signore.
Tale prassi è legata alla visione biblica dei sacramenti che sono due: la Cena del Signore appunto e il battesimo. Questi segni non hanno altra funzione che rappresentare le promesse del Signore davanti ai nostri occhi e anche di esserne pegno, devono essere considerati come delle "appendici dell'Evangelo", intese a confermare e rappresentare il suo contenuto, subordinate dunque alla Parola letta e meditata nella Bibbia, annunciata e spiegata nella predicazione.