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formazione adulti


INCONTRI UNITRE,

a cura di Gianni Genre
Si chiamavano Giuseppe e Maria, ma chi erano davvero?

La Bibbia parla, quasi dalla prima pagina, di Giuseppe e di Maria (o Myriam), personaggi diversi, eppure con analogie profonde.
Non solo fra di loro, ma anche con noi, Giuseppe e Maria di oggi.
Quattro ritratti per capire non solo chi erano, ma chi siamo oggi. Chi sei e chi sono io, sorelle e fratelli in umanità.

Quattro incontri alle 14.45 al Seminario di v. Trieste, 44
4 - 11 - 18 - 25 febbraio

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CULTO DEL WEEK_END DELLA RIFORMA - 14 maggio 2017

Signore nostro,

ci hai convocato questa mattina al tuo cospetto,

ci hai riuniti e riunite nel Tuo grande amore

affinché potessimo tutti e tutte insieme testimoniare il Tuo nome.

Vieni, nella nostra notte affinché risplenda la luce,

vieni nelle nostre preoccupazioni affinché vi sia pace,

vieni nei nostri tormenti affinché vi sia liberazione,

vieni nel nostro peccato affinché vi sia perdono.

Signore nostro,

Accompagnaci in questo culto,

all’ascolto della Tua Parola,

apri i nostri cuori e le nostre menti,

aiutaci fare silenzio intorno e dentro di noi per ricevere.

Tutto quello che ci viene chiesto oggi

è di ricevere e accogliere il messaggio evangelico

a mente fresca e a braccia aperte

e testimoniarlo nel mondo.

Signore nostro,

al tuo passaggio il mondo si trasforma.

Tu vuoi che ti seguiamo.

Sei venuto per donare la vista ai ciechi, 

guarire i paralitici e i lebbrosi

e donare ai poveri la fede e l’amore.

Amato Dio, con Lutero e con le generazioni che ci hanno preceduto preghiamo:

fa’ che anche tutti noi viviamo così

come insegniamo e mettiamo in pratica la Parola.

Molti di noi sono quelli che dicono «Signore, Signore»

e lodano la dottrina, ma il loro agire non è conseguente.

Fa’ che mettiamo in pratica la Parola

Non permettere, o Signore, che la santa parola di Dio

venga disprezzata proprio da noi.

Vieni Signore,

al tuo passaggio il mondo si trasforma!

Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Daniele 9: 16-19

16 O Signore, per tutti i tuoi atti di giustizia, ti prego, fa' che la tua ira e il tuo sdegno si ritirino dalla tua città, Gerusalemme, dal tuo monte santo; poiché per i nostri peccati e per le iniquità dei nostri padri, Gerusalemme e il tuo popolo sono esposti al disprezzo di tutti quelli che ci stanno intorno. 17 Ora, o Dio nostro, ascolta la preghiera e le suppliche del tuo servo; per amor tuo, Signore, fa' risplendere il tuo volto sul tuo santuario che è desolato! 18 O mio Dio, inclina il tuo orecchio e ascolta! Apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni, guarda la città sulla quale è invocato il tuo nome; poiché non ti supplichiamo fondandoci sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia. 19 Signore, ascolta! Signore, perdona! Signore, guarda e agisci senza indugio per amore di te stesso, o mio Dio, perché il tuo nome è invocato sulla tua città e sul tuo popolo".

Matteo 9:9-13

9 Poi Gesù, partito di là, passando, vide un uomo chiamato Matteo, che sedeva al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli, alzatosi, lo seguì.
10 Mentre Gesù era a tavola in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11 I farisei, veduto ciò, dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia con i pubblicani e con i peccatori?» 12 Ma Gesù, avendoli uditi, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13 Ora andate e imparate che cosa significhi: "Voglio misericordia e non sacrificio"; poiché io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori».

Misericordia, perdono, libertà!

Oggi nessuno vive più la sua vita come se fosse giudicata da Dio. Anzi una delle frasi che si sentono ripetere più spesso è: "Non ho mai fatto nulla di male..." Viviamo in un mondo dove è facilissimo autoassolversi, dove la parola peccato non ci riguarda. Eppure siamo poi pronti ed inflessibili a giudicare le colpe altrui. Il mondo contemporaneo è ossessionato dalla ricerca del colpevole, del responsabile, del capro espiatorio. Un mondo di giudici benevoli con se stessi e spietati col prossimo. In questa realtà diventa difficilissimo inserire la Parola in cui Dio annuncia: "Avrò misericordia dlle loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati."( Ebrei 8,12). La parola biblica riscoperta dalla Riforma è centrata sulla misericordia di Dio, sulla sua grazia che annuncia il perdono delle mie e delle tue colpe.

Il termine “perdono” contiene la parola “dono”. È qualcosa che ha a che fare cioè con la gratuità, con qualcosa che non pone condizioni e non attende di essere ricambiato. Non ha nulla a che vedere con il baratto, con lo scambio. Il messaggio evangelico dice che Dio ti ha già dato il suo unico figlio, cioè sé stesso. Te lo ha dato perché tu possa sapere che sei amato, che sei amata da Dio. Fermati qui, oggi, chiediti se davvero puoi accettare questo dono che, come per il figliol prodigo, che c’è una festa che ti aspetta, che le braccia e il cuore di Dio sono più grandi del tuo cervello e del tuo cuore.

Lutero ha insistito nel dire che il perdono può essere esercitato mutualmente, fra di noi. Il perdono è, in qualche modo un’ingiustizia, perché lascia la colpa impunita, ma permette di riprendere a vivere. Libera chi ha offeso e chi è stato offeso.  Ovviamente, la nostra capacità di perdonare dipende dalla consapevolezza che abbiamo di essere stati perdonati. Non è, infatti, un atto singolo, ma un regime, un’economia in cui vive chi è stato raggiunto dall’annunzio del dono di Dio. 

La terza parola è la libertà, libertà di Dio di agire secondo il suo amore e la sua promessa, libertà offerta all'essere umano di vivere una vita fuori dai precetti e da nuove leggi. Una libertà che si accompagna all'azione nel campo umano svolta nel servizio volontario al prossimo.

Gianni Genre, Claudio Pasquet, Erika Tomassone

 

CULTO LITURGICO DEL VENERDI SANTO - 14 aprile 2017

a cura della Commissione liturgia (Paolo Bor, Marina Bounous, Paola Schellenbaum), con la partecipazione delle corali valdesi di San Secondo e Pinerolo, dirette da Angelo Merletti e Raffaella Azzario e con celebrazione della Cena del Signore a cura del pastore Gianni Genre. Al violino Raffaella Azzario, all'organo Annalisa Bosio e Angelo Merletti.

Video a cura di Daniele Vola: vai al canale YouTube!

SINTESI:

Saluto di benvenuto, benvenuta

Introduzione

Oggi noi desideriamo recuperare l’ampiezza e la profondità del messaggio evangelico, mettendo in luce il ruolo delle donne e degli uomini all’interno delle comunità di fede, cercando di utilizzare un linguaggio liturgico inclusivo e attento alle differenze. La Bibbia stessa ci invita a metterci all’ascolto attivamente della diversa prospettiva che possiamo ricevere rimanendo accanto alle donne, accompagnandole nella Settimana Santa, come ci viene narrata nei racconti evangelici. 

(Tratto da: Lytta Basset, Io non giudico nessuno, Claudiana 2004; Dizionario di teologie femministe, Claudiana 2010).

Inno: corali riunite, inno 55

Maria a Betania  (Gv 12:1-8, Luca 7:36-50, Marco 14,1-9)

La storia della passione di Gesù si apre con un racconto-finestra, l’episodio dell’unzione di Betania, in cui è riassunta l’intera vicenda di Gesù, fino alla sua morte e alla sua resurrezione. Questa donna, senza parole, parla con i suoi gesti il linguaggio dell’empatia, comprende il vissuto di Gesù, ci aiuta a restargli accanto e a leggere la sua morte, nel segno della gratuità. È la grazia donata che ci raggiunge.

(Tratto da: La Bibbia delle donne, Claudiana 1999 e Lidia Maggi, L’evangelo delle donne, Claudiana 2010).

Brano musicale per violino

Le donne a Gerusalemme: Gesù tradito e arrestato

Dal Vangelo di Giovanni 18:3-9 Giuda dunque, presa la coorte e le guardie mandate dai capi dei sacerdoti e dai farisei, andò là con lanterne, torce e armi. Ma Gesù, ben sapendo tutto quello che stava per accadergli, uscì e chiese loro: «Chi cercate?» Gli risposero: «Gesù il Nazareno!» Gesù disse loro: «Io sono». Giuda, che lo tradiva, era anch'egli là con loro. Appena Gesù ebbe detto loro: «Io sono», indietreggiarono e caddero in terra. Egli dunque domandò loro di nuovo: «Chi cercate?» Essi dissero: «Gesù il Nazareno». Gesù rispose: «Vi ho detto che sono io; se dunque cercate me, lasciate andare questi». E ciò affinché si adempisse la parola che egli aveva detta: «Di quelli che tu mi hai dati, non ne ho perduto nessuno».


Le donne in cammino verso il Golgota  (Lc 23:26-31, Gv 25-27)

Nei precedenti racconti della passione le donne sono pressoché sparite. Ma le donne non si scoraggiano; ancora il loro pensiero va al corpo martoriato di Gesù. Da lontano, come nei vangeli sinottici, o ai piedi della croce, come in Giovanni, è l’amore di Gesù per loro che le tiene ancorate a quella vicinanza.

(Tratto da: La Bibbia delle donne, Claudiana 1999 e Lidia Maggi, L’evangelo delle donne, Claudiana 2010).

Inno 45: FORTE ROCCA tutti insieme (corali riunite e assemblea)

La morte di Cristo nel pensiero di Lutero  

Leggeremo un breve testo di Letizia Tomassone, pastora e teologa femminista.

(Tratto da: Letizia Tomassone, François Vouga, Per amore del mondo, Claudiana 2013, pp. 141-147).

Brano per organo

Venerdì Santo 

Dal Vangelo di Marco (15:21-39): Era l’ora terza quando lo crocifissero. L’iscrizione indicante il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero due ladroni, uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra. [E si adempì la Scrittura che dice: «Egli è stato contato fra i malfattori».] Quelli che passavano lì vicino lo insultavano, scotendo il capo e dicendo: «Eh, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso e scendi giù dalla croce!» Allo stesso modo anche i capi dei sacerdoti con gli scribi, beffandosi, dicevano l’uno all'altro: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso. Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, affinché vediamo e crediamo!» Anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. Venuta l'ora sesta, si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona. All'ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì lamà sabactàni?» che, tradotto, vuol dire: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Chiama Elia!» Uno di loro corse e, dopo aver inzuppato d'aceto una spugna, la pose in cima a una canna e gli diede da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se Elia viene a farlo scendere». Gesù, emesso un gran grido, rese lo spirito.
E la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. E il centurione che era lì presente di fronte a Gesù, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Veramente, quest'uomo era Figlio di Dio!» 

Inno 99: corali riunite

Salmo 22 

La lettura a due voci  è tratta dal «Libro dei Salmi» a cura di Guido Ceronetti, poeta, filosofo, scrittore, traduttore, giornalista e drammaturgo italiano e ci offre un linguaggio diverso ed efficace per cogliere la musicalità del Salmo che ci parla di morte e di resurrezione.

(Tratto da: Guido Ceronetti, Libro dei Salmi, Ed. Adelphi)

Inno 216: tutti insieme (corali riunite e assemblea)

Istituzione della Cena 

Cena del Signore

Inno 217: tutti insieme (corali riunite e assemblea)

Raccolta delle offerte, annunzi. Vita della comunità

Preghiera

(Tratta da: Aliza Lavie, (a cura di) La preghiera della donna ebrea, Morashà 2010).

Amen cantato

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NATALE IN MUSICA - 26 dicembre 2016

Concerto con i musicisti della Chiesa valdese di Pinerolo e con la partecipazione della Corale valdese.

Programma

Letture da Dietrich Bonhoeffer, "Meditazioni sul Natale", Claudiana.

Se vogliamo partecipare

All’Avvento e al Natale,

Non possiamo starcene in disparte,

Come se fossimo in un teatro,

E gioire

Per tutte le immagini piacevoli,

Bensì in questi avvenimenti

Che qui accadono

Siamo noi stessi ad essere trascinati dentro,

In questa trasformazione di ogni cosa;

Dobbiamo essere attori su questo palco,

In cui lo spettatore dell’opera

È anche parte della recita;

Non possiamo chiamarci fuori.

Che cos’è che recitiamo?

Pii pastori che si inginocchiano?

Re che offrono i loro doni?

Che cosa mettiamo in scena oggi,

Il giorno in cui Maria diviene la madre di Dio?

In cui Dio viene al mondo

Nell’umiliazione della mangiatoia?

Canone “ Pastori, accorrete”, Corale valdese

G.A. Brescianello,  Partita ,  Enrico Gagliano, chitarra

A. Dvorak, Allegro moderato, dai "Pezzi romantici" op. 75, Miriam Ivaldi, violino e Simone Ivaldi, pianoforte

Il miracolo dei miracoli

È che Dio ama ciò che è umile.

Dio non si vergogna

Della bassezza delle persone,

Egli vi penetra al cuore,

Sceglie una persona

Come suo strumento

E compie i suoi miracoli

Là dove meno ce li aspettiamo.

A. Perilhou    Impromptu n.1, Angelo Merletti, organo

G. Frescobaldi Canzona da sonar n.2 e  J.Pachelbel “Canone in re”, Fulvia Barotto flauti e Annalisa Bosio piano

S. Rachmaninoff, "Vocalise” per pianoforte a quattro mani, Anna Revel e Andrea Ivaldi

“Nearer my God to Thee”, canta Arianna Long accompagnata da  Gianni Long alla chitarra

C.Franck   “Venez, divin Messie”, Vjera Sostarec, organo

F. Chopin, Mazurka op. 17 n. 4, Simone Ivaldi, pianoforte

Da potenze benigne prodigiosamente protetti,

attendiamo consolati quello che accadrà.

Dio ci è al fianco alla sera e al mattino,

e certissimamente, in ogni giorno che verrà. 

Inno 78  “Per i campi suona un canto”, Corale  valdese

 

SETTIMANA DELLA RIFORMA PROTESTANTE 2016

INCONTRI, PRESENTAZIONI DI LIBRI, OCCASIONI DI SCAMBIO ECUMENICO

La libreria Volare organizza un doppio appuntamento al caffè letterario:
Venerdì 28 ottobre, ore 18,00 presentazione dell’ultimo libro di Sergio Rostagno, “Libertà e impegno. Radici religiose e politica europea” (Aracne Editore 2016)
Sabato 29 ottobre, ore 11 presentazione del libro di Alessandro Barbero, "Il linguaggio dei papi", (Editori Laterza 2016)
 
Purtroppo io non ci sarò perché sono invitata a Vicenza a un seminario sulle donne nella Chiesa ma rientro per domenica sera, dunque Samuele puoi eventualmente coprire queste presentazioni di libri se interessa.
 
La chiesa valdese e diocesi cattolica organizzano la fiaccolata ecumenica:
Lunedì 31 ottobre, ore 20,45 fiaccolata ecumenica con raduno alla basilica di San Maurizio e arrivo al tempio valdese con musiche dalla tradizione protestante.
 
La chiesa valdese, il circolo dei lettori di Pinerolo, il CCV, la Claudiana organizzano:
Giovedì 3 novembre, ore 17,30 presentazione del libro di Letizia Tomassone "Crisi ambientale ed etica" Claudiana 2016. Introduce Alga Barbacini.

 

MARTIN LUTERO

Martin Lutero (10 novembre 1483 – 18 febbraio 1546) ha dato inizio in Germania alla Riforma protestante, e ne è diventato il simbolo.

Gli anni della maturazione e dell’insegnamento teologico (fino al 1517)

Nato a Eisleben, nella Turingia (Germania centrale), inizia lo studio del diritto, ma in seguito a una crisi spirituale sceglie, nel 1505, la vita monastica nel convento degli eremiti agostiniani di Erfurt. Nel 1510 si reca a Roma e ne ritorna disgustato dalla corruzione e dal rilassamento dei costumi della corte di papa Giulio II (1503-1513). In un clima spirituale caratterizzato in quegli anni dal culto della morte e da una religiosità concentrata sull’efficacia delle opere religiose e morali per la salvezza, fra Martino constata l’inefficacia del sistema penitenziale tradizionale. Così, quando nel 1517 in Germania fu bandita una grande campagna per le indulgenze, affidata al domenicano Tetzel, Lutero scese in campo, preoccupato per le conseguenze pastorali di questa pratica che oscurava il concetto di grazia, suggerendo l’idea di una salvezza a buon mercato. Lutero redasse quindi le sue 95 tesi che il 31 ottobre del 1517 affisse al portale della chiesa del castello di Wittenberg dando inizio alla Riforma.

I capisaldi della Riforma protestante

Lutero introdusse la teologia della giustificazione per fede secondo cui la salvezza è donata in Cristo soltanto (Solus Christus) attraverso la sola grazia di Dio (Sola Gratia) a cui l’essere umano risponde con la fede (Sola fide). Si tratta delle tre affermazioni fondamentali della Riforma alla quale se ne aggiunge una quarta: l’autorità della chiesa sta nella Bibbia soltanto (Sola Scriptura).

La controversia antiromana e la traduzione del Nuovo Testamento (1517-1522)

Nell’ottobre 1518 Lutero è citato ad Augusta dal legato pontificio Cajetano per un tentativo, fallito, di conciliazione. La frattura si consuma il 15 giugno 1520, quando il papa firma la bolla di scomunica “Exsurge domine”, che Lutero brucia pubblicamente l’11 dicembre 1520. Ma l’imperatore Carlo V convoca Lutero alla Dieta di Worms (aprile 1521) per giudicarlo e condannarlo. Lutero viene messo fuori legge. Tuttavia, il movimento popolare che lo sostiene e l’appoggio di alcuni prìncipi consigliano la prudenza. Nel viaggio di ritorno, con un rapimento fittizio, egli viene messo in salvo dal suo sovrano e protettore, il principe di Sassonia Federico il Saggio. Per quasi un anno Lutero vive sotto falso nome nel castello della Wartburg, dove traduce il Nuovo Testamento dal testo greco in lingua tedesca corrente: un’opera letteraria che avrebbe avuto un’importanza fondamentale per la diffusione del testo biblico.

Consolidamento della Riforma e frattura con i movimenti riformatori radicali (1522-1546)

La Riforma intanto si propaga spontaneamente, alcuni sovrani territoriali la appoggiano, procedendo a modifiche frettolose del culto e alla rimozione delle immagini. Nel marzo 1522 Lutero, di ritorno a Wittenberg, proporrà una riforma molto più prudente e graduale: si preoccuperà di mediare, spiegare, preparare i giovani, formare i predicatori. Questa parte meno clamorosa della sua vita è quella che ha assicurato alla Riforma luterana quella solidità e durata che le hanno permesso di giungere fino ai nostri giorni. Quest’opera di consolidamento portò, tra l’altro, Lutero a scontrarsi con i movimenti riformatori più radicali. Particolarmente controversa è la durissima posizione che Lutero prese nei confronti della rivolta dei contadini (1524-1525), anch’essa animata da un’ispirazione evangelica. Di fronte alla protesta delle campagne, Lutero incitò i prìncipi alla repressione, rendendo così insanabile la frattura fra le due tendenze riformatrici.

Gli ultimi anni della vita di Lutero furono caratterizzati dalle difficoltà all’interno del campo riformato e dalle sue precarie condizioni di salute. Lutero morì nel 1546 a Eisleben, nel corso di un viaggio. Fu sepolto nella chiesa del castello di Wittenberg.

(nev-notizie evangeliche, ottobre 2016) 

LE NOTIZIE NEV POSSONO ESSERE UTILIZZATE LIBERAMENTE, CITANDO LA FONTE

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Sabato 30 gennaio 2016 ha avuto luogo un recital per la GIORNATA DELLA MEMORIA con letture ad alta voce, filmati e accompagnamento musicale del gruppo Les accordéons du Villar. Scaricate l'opuscolo con i testi e i link ai filmati!

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CREDERE PERCHE'?
DIVENTARE VALDESE, PERCHE'?

Una preoccupazione per gli altri nella nostra vita individuale e di comunità può fare la differenza nel rendere il mondo quel posto migliore che così appassionatamente sogniamo.
Le difficoltà piegano alcuni uomini ma ne rafforzano altri. Non esiste ascia sufficientemente affilata da poter tagliare l’anima di un peccatore che continua a provare armato solo di speranza, con la convinzione che alla fine riuscirà a rialzarsi. Nelson Mandela
 
Proseguono, al martedì sera alle ore 21, con cadenza quindicinale, le conversazioni su fede, storia e cultura valdese, presso il tempio in via dei Mille 1, Pinerolo. Tutti gli interessati/e sono benvenuti/e ai corsi di formazione per adulti. Vi aspettiamo!

La fede è proposta come un interrogativo, un “perché”. Nel terzo capitolo del libro dell’Esodo, quando Mosè vede il cespuglio bruciare senza consumarsi, Dio rivela per la prima volta il suo nome. Questo nome è un verbo, un verbo che è anche una promessa: “Io sono colui che sono o che sarò...” Mosè, davanti a quel cespuglio, si chiede: “perché non brucia?”. Il “perché” interroga le nostre vite.

La fede non è dunque qualcosa che possiamo possedere, o trasmettere come un oggetto antico o come un mazzo di chiavi. Non è nemmeno una virtù. Non può diventare un vanto, né un privilegio. Il nostro rapporto con Dio è qualcosa che si modifica, che si sviluppa, che attraversa stagioni di serenità e periodi di crisi. È qualcosa che ci trasforma, che ci modifica e ci segna, come l’amore. 

Credere, dunque, non è un insieme di dogmi, è un movimento, un’inquietudine personale. C’è una fede anche collettiva, comunitaria che però non sopprime mai i tanti e diversi “io credo”, piuttosto li accoglie nella loro diversità che viene ricevuta come  una ricchezza.

Nel corso delle conversazioni, verranno affrontate diverse tematiche: conoscenza di base dell’Antico e Nuovo Testamento, Riforma protestante, alcuni teologi del Novecento, cultura protestante e storia valdese, ecclesiologia, bioetica, diaconia, ecumenismo ecc. Scarica la locandina in fondo alla pagina!

 

INCONTRI BIBLICI

Incontri biblici al giovedì sera: fra elezione e apertura 

Perché uno crede e l’altro non si sente affatto chiamato alla fede? Da sempre l’idea di “elezione”, di “popolo eletto” crea irritazione, a volte rifiuto; spesso ha provocato atteggiamenti di vera e propria persecuzione nei confronti del popolo ebraico. L’antisemitismo è sempre in agguato. 
Eppure, sebbene nella Bibbia l’espressione “popolo eletto” non appaia mai, l’idea dell’elezione attraversa tutta la Bibbia.
E cosa c’è dietro l’idea protestante della predestinazione? 

Partendo dalla vocazione di Abramo, cui Dio promette di essere fonte di benedizione per tutte le famiglie della terra e che è figura di riferimento per le tre grandi religioni monoteiste (ebraismo, islam e cristianesimo) cercheremo di rileggere alcuni testi biblici per arrivare fino ai dibattiti del tempo della Riforma e dei nostri giorni. 

Grandi domande, che vogliamo lasciare aperte per cercare di affrontarle insieme al pastore Gianni Genre. Venite numerose e numerosi. Vi aspettiamo!

Quando e dove? I giovedì sera alle 20,45 a Pinerolo, presso i locali del Tempio valdese, via dei Mille 1, nei giorni: 9 aprile, 16 aprile, 30 aprile, 7 maggio e 21 maggio. 

Ingresso libero e gratuito. 

Per informazioni: pastore Gianni Genre,  tel. 0121.374867 oppure per email: ggenre@chiesavaldese.org